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Notizie dall'Iraq occupato, 18 settembre 2009



  • Bomba in un mercato a Mahmudiya, sette morti

  • Undici persone sequestrate a Baghdad

  • Iraq, Biden: nessuna soluzione per territori contesi e petrolio prima delle elezioni

  • Iraq, La denuncia del ministro degli Alti Studi: università politicizzate




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Notizie dall'Iraq occupato, 18 settembre 2009

Agenzie


Bomba in un mercato a Mahmudiya, sette morti

Baghdad - Sono sette le vittime causate dall'esplosione di una bomba, in un mercato affollato a Mahmudiya, a sud di Baghdad. Un numero ancora provvisorio, al quale vanno aggiunti i feriti, almeno 21. E'quanto riferito da fonti di polizia. L'esplosione ha scosso la calma relativa del Ramadan, che si conclude proprio questa settimana. Negli scorsi anni era stato uno dei periodi con la più alta frequenza di attentati.




Undici persone sequestrate a Baghdad

Undici persone che si trovavano a bordo di un minibus sono state sequestrate oggi da un commando armato sulla strada che collega le città meridionali irachene di Hilla e Kerbala. "Il proprietario di un minibus in servizio sulla strada tra Hilla e Kerbala ha denunciato che le 11 persone che si trovavano a bordo del veicolo, compreso l'autista, sono state sequestrate", hanno reso noto fonti di polizia citate dall'agenzia Aswat al Iraq. La stessa persona ha poi riferito di aver ricevuto una telefonata dai sequestratori, secondo cui le 11 persone sequestrate "saranno sottoposte ad indagini e a processo e saranno poi o rilasciate o messe a morte", hanno aggiunto le stesse fonti.





Iraq, Biden: nessuna soluzione per territori contesi e petrolio prima delle elezioni

di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 18 settembre 2009

In Iraq non si risolverà nulla prima delle elezioni parlamentari: né per quanto riguarda i cosiddetti "territori contesi", né rispetto alla legge sul petrolio. E’ la conclusione a cui è arrivato il vice presidente Usa Joe Biden, dopo due giorni trascorsi a incontrare i leader politici del Paese – da Baghdad a Irbil, la capitale della regione autonoma del Kurdistan.

In effetti, per il vice di Obama – arrivato in Iraq per la terza volta quest’anno con l’obiettivo di "fare pressioni" sui politici locali - non c’era stato neanche bisogno di andare a nord per capire come stanno le cose.

"Per la verità, alcuni dei problemi più difficili sono sempre difficili da risolvere nel mezzo di una fase elettorale", aveva detto Biden ai giornalisti al suo seguito nella capitale irachena, prima di partire alla volta di Irbil, per incontrare i leader kurdi. "Quindi, un certo numero di problemi, che siano la legge sul petrolio oppure alcuni dei confini interni oggetto di disputa, dovranno aspettare fino alle elezioni per la risoluzione finale".


Elezioni decisive

Elezioni che sono previste per metà gennaio, e la cui importanza è stata sottolineata dal vice presidente Usa, secondo il quale tutti "i principali attori" hanno interesse a che siano un successo.

"Tutti capiscono che le elezioni del 16 gennaio sono decisive per il futuro dell’Iraq", ha detto Biden.

Nel complesso, la missione irachena del vice di Obama sembra venire gestita più che altro a uso politico interno – tesa cioè a rassicurare gli americani che tutto sta andando secondo i piani, e che l’Iraq sta facendo "progressi".

E così Biden, in una intervista con la CNN, ha parlato di "progressi" nei rapporti fra i kurdi e il governo centrale di Baghdad, nonostante le tensioni sul campo vadano aumentando di giorno in giorno, in particolare nelle zone del nord – le province di Ninive e Kirkuk, i cui territori sono "contesi" solo nell’interpretazione kurda.

Per arabi (e turcomanni, nel caso di Kirkuk) la questione infatti non si pone. Anche se è una questione che può rischiare di aprire un nuovo – pericolosissimo - fronte di conflitto nel nord.

Biden però ostenta ottimismo. "Penso che stiano facendo alcuni progressi reali", dice al corrispondente della CNN dal Pentagono che lo sta intervistando. "Molto francamente, ho la sensazione che le tensioni fra gli arabi e i kurdi siano diminuite".

Da dove viene questa sensazione? Dai colloqui avuti con il presidente della regione kurda, Mas’ud Barzani, rieletto da poco per un secondo mandato. Biden dice di ritenere che il leader kurdo sia "negoziando in buona fede con il governo centrale".

E aggiunge: "Sappiamo che questi sono problemi difficili. Se non lo fossero, sarebbero già stati risolti molto tempo fa".

Fonti: Reuters, Agence France Presse





Iraq, La denuncia del ministro degli Alti Studi: università politicizzate

Osservatorio Iraq, 18 settembre 2009

Università irachene afflitte dal problema della "politicizzazione", e finanziamenti ridotti per l’istruzione superiore in generale.

Il ministro degli Alti Studi e della ricerca scientifica, Abid Dhiyab al Ujayli, lamenta che i fondi a disposizione del suo ministero per il 2009 sono stati ridotti dal governo a soli 400 miliardi di dinari, a fronte dei 700 miliardi richiesti, che non sono sufficienti per dare attuazione a tutti i progetti per i quali sono già stati assegnati i contratti ad appaltatori del settore privato.

Ed è solo una delle molteplici difficoltà con cui deve fare i conti il settore del quale è responsabile.

Ujayli, riferisce [in arabo] il quotidiano arabo al Sharq al Awsat, si dice intenzionato a verificare "personalmente" le numerose accuse di violazioni che avverrebbero nelle università del Paese, dove partiti e apparati politici sembra che la facciano da padrone.

Non possiamo isolare le università dalla politicizzazione - sottolinea il ministro, in un incontro con un gruppo scelto di giornalisti, fra i quali il corrispondente del quotidiano panarabo pubblicato a Londra - però abbiamo adottato provvedimenti duri, anche con sanzioni e licenziamenti, per poter risolvere questo problema.

Misure che, tuttavia, di problemi ne hanno portati altri, ai quali però siamo riusciti a far fronte, dice Ujayli: "Siamo stati esposti a pressioni da parte degli apparati politici - pressioni che abbiamo affrontato rimuovendo dal loro incarico alcuni presidi delle università, per realizzare un unico obiettivo che è quello di fare dei nostri atenei dei palchi di scienza e istruzione, e non dei luoghi per conflitti politici, partitici, e di propaganda elettorale".

Ma la politicizzazione non è l’unica piaga che affligge gli atenei iracheni.

Ujayli parla anche dei problemi legati alla corruzione amministrativa e finanziaria: anche a questo riguardo - dice - sono stati presi dei provvedimenti per una maggiore severità. 

Così come sono stati espulsi (e deferiti alla Commissione di integrità) gli studenti accusati di aver falsificato i diplomi: dopo aver creato apposite commissioni per indagare sui numerosi casi di quella che sembra essere una pratica assai diffusa attualmente in Iraq.

Tuttavia, secondo il ministro, al momento la situazione sarebbe migliore rispetto agli anni precedenti – solo che è necessario un sostegno attivo da parte dei presidi delle varie facoltà, per poterne rafforzare la gestione, e per attuare la legge senza temere nessuno.

[O.S.]

Fonte: al Sharq al Awsat

Ha collaborato Arianna Palleschi







:: Article nr. s10536 sent on 21-sep-2009 06:50 ECT

www.uruknet.info?p=s10536



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