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Gli orfani di Moqtada


Moqtada al-Sadr. Per cinque lunghi anni è stato l'idolo della sinistra (moderata ed estrema) e della stampa liberal di ogni paese dell'Occidente. Per cinque lunghi anni lo hanno amato, coccolato, vezzeggiato. Cinque lunghi anni in cui, sotto lo sguardo benevolo e spesso con l'aiuto degli occupanti USA e GB, i suoi squadroni della morte hanno torturato e massacrato sunniti, laici, baathisti, sciiti non proni alle direttive di Teheran, donne senza velo (o con velo troppo leggero), rifugiati palestinesi (perché protetti da Saddam), rom (perché danzavano e perché anche loro stavano simpatici a Saddam), gay, venditori di alcool, barbieri e naturalmente chiunque fosse sospettato di avere anche un lontano cugino simpatizzante per la resistenza irachena - oltre a qualche altra categoria che sul momento mi sfugge. Ho letto centinaia di testimonianze di profughi iracheni: la stragrande maggioranza spiegava di aver dovuto lasciare il paese per un preciso motivo: "Mahdi army". Ognuno aveva avuto un parente seviziato e ucciso. Gli iracheni chiamano gli assassini del Mahdi army i "drillers", i trapanatori...

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Gli orfani di Moqtada

Paola Pisi

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Moqtada al-Sadr durante un incontro con Ahmed Chalabi


11 novembre 2008

Moqtada al-Sadr. Per cinque lunghi anni è stato l'idolo della sinistra (moderata ed estrema) e della stampa liberal di ogni paese dell'Occidente. Per cinque lunghi anni lo hanno amato, coccolato, vezzeggiato. Cinque lunghi anni in cui, sotto lo sguardo benevolo e spesso con l'aiuto degli occupanti USA e GB, i suoi squadroni della morte hanno torturato e massacrato sunniti, laici, baathisti, sciiti non proni alle direttive di Teheran, donne senza velo (o con velo troppo leggero), rifugiati palestinesi (perché protetti da Saddam), rom (perché danzavano e perché anche loro stavano simpatici a Saddam), gay, venditori di alcool, barbieri e naturalmente chiunque fosse sospettato di avere anche un lontano cugino simpatizzante per la resistenza irachena - oltre a qualche altra categoria che sul momento mi sfugge. Ho letto centinaia di testimonianze di profughi iracheni: la stragrande maggioranza spiegava di aver dovuto lasciare il paese per un preciso motivo: "Mahdi army". Ognuno aveva avuto un parente seviziato e ucciso.

Gli iracheni chiamano gli assassini del Mahdi army i "drillers", i trapanatori: queste foto e il video mostrano il perché.









Preciso: i disgraziati catturati dai miliziani sadristi vengono trapanati da vivi, prima di essere finiti.

E  più gli assassini del Mahdi trapanavano,  massacravano, torturavano, sgozzavano, più le sinistre applaudivano liete e ammirate, fino a spellarsi le mani. Per anni l'"antiamericano" Moqtada  ha avuto cinque ministeri nel governo fantoccio Maliki: precisamente i peggiori. In particolare, il ministero della sanità: i sunniti non potevano entrare negli ospedali, perché vi venivano uccisi. E i parenti non potevano neppure andare a riprendersi all'obitorio le salme dei loro cari, perché anche le camere mortuarie erano presidiate dai "combattenti per la libertà" del Mahdi army, che facevano fuori  pure figli, genitori e fratelli delle loro vittime. E le sinistre giù ad applaudire sempre più forte.  La sua impresa più celebre è stata quando Moqtada ha impiccato con le sue lerce mani il legittimo presidente iracheno Saddam Hussein: in quell'occasione i raffinati  intellettuali della sinistra e i siti alternativi ci hanno spiegato che Saddam era un fantoccio degli USA e Sadr il massimo oppositore dell'occupazione. Non fa una grinza: gli americani hanno consegnato il proprio servo ai propri nemici perché lo torturassero, lo linciassero e  ne scempiassero il  cadavere.  Non so neanche come faccio a non arrivarci da sola, a certe ovvie conclusioni, e devo sempre aspettare che mi illuminino questi stimati pensatori progressisti.  

Moqtada: "l'uomo più potente dell'Iraq". Quante volte ho letto questa definizione? Migliaia e migliaia. Lo dicevano tutti, in occidente: la sinistra e i media alternativi in ginocchio  davanti alla gloria del proprio sanguinario beniamino, la stampa ufficiale per giustificare l'assoluta acquiescenza (in realtà collaborazione) degli USA davanti ai massacri di cui non poteva non filtrare qualche notizia anche nei media occidentali, nonostante i tentativi di silenziarli. Nel suo sadico "esercito" c'erano almeno 60.000 uomini, ci veniva raccontato: i più audaci arrivavano a una stima di 100.000 e oltre. Tutto l'Iraq era con lui,  l'unico vero grande leader nazionalista. Si, vabbè, "Moqtada il nazionalista" in Iraq non ci mette piede  da ben più di un anno e mezzo, e vive a Qom, in Iran, presso la casa madre  e ormai avrà pure dimenticato quel poco di arabo che sapeva: ma questo è un particolare insignificante, ci assicuravano. Qualsiasi cosa facesse, Moqtada vinceva e aumentava la sua già immensa popolarità: ormai l'Iraq era suo, fra poco avrebbe conquistato l'intero globo e da lì a qualche anno la galassia.

Poi ha  ordinato il cessate il fuoco alle sue bande criminali.  Perché l'ha fatto? Principalmente perché ormai il sud dell'Iraq e Baghdad erano stati ripuliti etnicamente, e non c'era più nessuno da ammazzare. Invece, ci hanno detto che  era un'altra manovra vincente, per apprestarsi a mietere il risultato politico finale della sua grandiosa azione. Ci hanno anche propinato la bizzarra teoria che l'"antiamericano" al Sadr aveva decretato una "tregua" con gli USA: no signori, dopo l'estate 2004 e prima della primavera di quest'anno  il Mahdi army non ha MAI combattuto contro gli USA, tranne qualche insignificante e occasionale scaramuccia locale, causata dall'incontrollabilità di alcuni miliziani. Il Mahdi army ha combattuto sempre e soltanto contro iracheni innocenti, uomini, donne, bambini e neonati. E contro la resistenza irachena. Le milizie settarie sciite (in particolare Mahdi army  e Badr Brigades) sono state il massimo strumento dell'occupazione per eliminare la base popolare della resistenza, che infatti ha sempre dichiarato che Sadr era uno dei suoi peggiori nemici. Gli illustrissimi intellettuali progressisti e gli esponenti dei  movimenti anti-guerra (chissà perchè, ogni volta che leggo "antiwar movement" non riesco a trattenermi dallo sghignazzare) invece ci hanno detto che gli squadroni della morte sadristi  erano "la resistenza", mentre la resistenza vera erano "terroristi".

Dunque, c'era la "tregua" e "l'uomo più potente dell'Iraq" si apprestava a prendere la guida del paese. In ogni caso, ad un suo cenno, il Madhi army avrebbe potuto cacciare gli invasori, in mezzo a milioni di iracheni inneggianti a Moqtada l'eroe. Era invincibile. Poi, è accaduto qualcosa di non previsto: Maliki e gli USA, dopo che le squadracce assassine  di Sadr avevano finito il loro sporchissimo compito, hanno deciso di liberarsene. E così questa primavera è scattato l'ordine di disarmo delle milizie sadriste  da parte di Maliki  e l'attacco dell'esercito fantoccio contro il Mahdi army a Bassora. "MOQTADA VINCE!!!!!!!!!!!!!!" hanno scritto quasi tutti i media. Sai che novità: Moqtada vince sempre, no? Se qualcuno osava dire che la vittoria non sembrava così radiosa, veniva insultato e sbeffeggiato. Poi, i sadristi a Bassora hanno di fatto deposto le armi in pochi giorni, anche per ordine di Teheran. Un'altra vittoria di Moqtada, sia ben chiaro: erano stati il governo iracheno e gli USA a cedere, ci è stato spiegato. Sarà, ma dopo una settimana l'esercito fantoccio iracheno è entrato in gran parata nei bastioni sadristi di Bassora, e dalla seconda metà di aprile il Mahdi army a Bassora è praticamente scomparso. E gli abitanti hanno ripreso a respirare un po'. Fra l'altro per una del tutto casuale coincidenza la scomparsa delle milizie sadriste ha coinciso con la fine dei massacri delle donne di Bassora, accusate di abbigliamento immorale (ad esempio gli usciva un capello dal velo) e altre consimili nefandezze, massacro di cui gli abitanti del luogo avevano per imperscrutabili motivi sempre accusato gli innocenti uomini di Moqtada. 

Subito dopo la "vittoria" di Bassora, c'è stato l'attacco USA alla centrale del Mahdi army,  Sadr city. La battaglia è durata alcuni giorni e poi le milizie di Moqtada  si sono prontamente arrese, mostrando di saper davvero combattere meglio contro iracheni indifesi che contro gli occupanti. Sono seguiti numerosi arresti di esponenti sadristi, anche di  spicco: da parte del  movimento di Moqtada non vi è stata alcuna capacità di reazione, tranne continue lamentele e piagnucolii. Infine, il 20 di agosto al-Sadr ha ordinato il disarmo totale dei suoi delinquenti, dicendo che da quel momento gli squadroni della morte dovevano trasformarsi in "associazione culturale": come no, ci devono proprio essere portati. La resa assoluta, e senza condizioni. Però, per tentare maldestramente di salvare la sua brutta faccia, al-Sadr aveva aggiunto che "presto" sarebbe stata annunciata la formazione di un nucleo speciale armato del Mahdi army "per resistere contro gli occupanti". Bene, i giornalisti e gli intellettuali progressisti hanno semplicemente ribaltato la dichiarazione di resa di al-Sadr e hanno titolato: "Moqtada annuncia la formazione di un corpo speciale!" Naturalmente l'annuncio della formazione del "nucleo" combattente, che doveva arrivare "presto",  non c'è mai stata, ed era solo una miserabile foglia di fico per tentare di mascherare la capitolazione, come appariva ovvio dal primo momento a chiunque abbia letto il testo originale dell'annuncio e non le stupidaggini scritte dai media liberal e alternativi.  L'"invincibile armata" sadrista aveva alzato bandiera bianca in qualche mese, e provocato, nella epica battaglia, forse 20 morti USA, a voler essere di manica larghissima.

E così, quella grottesca quinta colonna dell'imperialismo mascherata da opposizione progressista che per cinque anni l'aveva adorato, si è ritrovata orfana del proprio eroe. Moqtada era scomparso, e certo  nessuno in Iraq sembrava rimpiangerlo. A Bassora per la prima volta perfino il fantoccio Maliki ha purtroppo goduto di una certa popolarità, perché aveva liberato la città dai trapanatori  del Mahdi army: anche se  era stato proprio Maliki a permettere ai sadristi di ripulire etnicamente Bassora, gli abitanti del luogo l'hanno ugualmente plaudito perché il terrore era  finito e  potevano tornare a vivere.  I sadristi hanno pure annunciato che non si sarebbero presentati alle elezioni (per forza, senza il Mahdi army a presidiare i seggi, sai i voti che prendevano: un recente sondaggio  accredita Sadr di un superbo 4% scarso di consensi), anche se qualche anima bella continua a scrivere sui media alternativi che sicuramente Sadr vincerà le prossima tornata elettorale amministrativa: come sappiamo, Moqtada vince sempre, lui  mica ha  bisogno di presentarsi per vincere.  Per un po', il battaglione occidentale dei giornalisti sadristi  - Patrick Cockburn in testa - ha  aspettato trepidante qualche mossa, naturalmente vincente, da parte dell'amato Moqtada. Niente, quello se ne stava a Qom, Iran, a "studiare", e in Iraq tutti parevano  averlo dimenticato. Tranne le sue vittime, naturalmente.  Ogni tanto i deputati di Moqtada leggevano qualche velina iraniana contro il SOFA (il cosiddetto "Patto sulla Sicurezza" USA-Iraq) e qualche centinaio di sadristi  protestava contro l'accordo dopo la preghiera del venerdì. E questo era tutto: una tragedia. 

Ma poi c'è stato il grande evento che ha risvegliato tutti i gli orfani di Moqtada. La manifestazione del  18 ottobre a Baghdad. Una riscossa generale: sembrava di essere tornati ai vecchi tempi. Cos'era  successo? Come è noto, l'Iran ordina quotidianamente ai suoi fantocci che governano l'Iraq di non firmare il SOFA, perché "viola la sovranità irachena" (testuale). E' chiaro che mai e poi mai i mullah iraniani potrebbero accettare un accordo bilaterale USA-Iraq, proprio perché sarebbe appunto bilaterale, ed escluderebbe dal tavolo negoziale l'Iran, che invece considera l'Iraq come una propria colonia: se gli americani vogliono trattative sull'Iraq, le devono condurre direttamente con il governo di Teheran, e devono accordarsi con gli ayatollah persiani per la spartizione del bottino mesopotamico. E così Maliki si barcamena, tentando di tacitare tutti i suoi padroni, sia quelli di Washington che quelli di Teheran, rinviando la firma all'infinito e sperando che l'attesissima presidenza Obama alla fine gli levi le castagne dal fuoco arrivando a una qualche intesa diretta  con l'Iran.  Ma in Persia pare che non si fidino ciecamente di lui, e pensano bene di mettere in atto tutta una serie di pressioni ulteriori. Così l'Iran ha sfoderato i suoi uomini migliori, Ahmed Chalabi, che tuona senza interruzione da Teheran contro gli USA, e, appunto Moqtada al-Sadr, che ha bandito la grandiosa manifestazione nazionale contro il SOFA. Come è andata? Mica tanto bene, così a occhio:  le stime variavano da qualche migliaio a un massimo di 50.000. Un flop colossale, visto che un tempo la macchina organizzativa sadrista era in grado di portare in piazza centinaia di migliaia di uomini senza grossi problemi, e visto che i giornalisti occidentali per anni avevano dato una stima di almeno 60.000 uomini per il solo Mahdi army, più svariati milioni di seguaci di Sadr. Fosse stata anche vera la cifra massima di 50.000 partecipanti alla marcia di protesta, si sarebbe pur sempre trattato di un numero ridicolo, a Sadr city e con gente venuta da tutte le città dell'Iraq: era chiaro che gli abitanti di Sadr city, visto che ora non rischiano più di finire trivellati dal trapano se non accorrono agli ordini di Moqtada, se ne erano rimasti a casa. 

Ma ovviamente questo non ha scoraggiato i sadristi d'occidente, accorsi in massa a celebrare il ritorno sulle scene dell'amato Moqtada (ritorno virtuale, sia ben chiaro: Sadr in carne ed ossa è rimasto rintanato a Qom, Iran, presso i suoi padroni). E così abbiamo letto centinaia di articoli dai titoli e contenuti vagamente surreali: "gigantesca manifestazione di 50.000 persone", "gli iracheni manifestano contro il SOFA" e così via. Ma questo era solo l'inizio, e si trattava dei più corretti. Alcuni si sono spinti ben oltre. Uno per tutti: John Catalinotto, su Workers World, scriveva: "Il 18 ottobre, a Baghdad, CENTINAIA DI MIGLIAIA di  iracheni hanno partecipato a una manifestazione di protesta contro il 'patto di sicurezza' firmato dal capo dell'esecutivo Jalal Talabani [....].  Il movimento sciita guidato da  Moqtada al-Sadr aveva convocato la manifestazione di protesta, a cui si sono uniti musulmani sunniti provenienti da Fallujah e gran parte della comunità cristiana, ha riferito la Reuters da Baghdad". Lasciamo pur perdere i dettagli (il SOFA non mai è stato firmato e comunque non  spetterebbe al "presidente" iracheno Talabani firmarlo, bensì al vero capo dell'esecutivo, Maliki), e arriviamo al sodo: la Reuters  ha riferito davvero quanto gli attribuisce Catalinotto? Manco per sogno, naturalmente. La Reuters ha scritto che al raduno di Baghdad  hanno partecipato "migliaia di seguaci di al-Sadr". E del resto basta guardare le foto e i numerosi video, comprese quelle della Reuters: c'erano più bandiere, tutte uguali e tutte belle stirate, che persone, e nella manifestazione c'erano molti spazi vuoti.  Le "centinaia di migliaia", i sunniti da Falluajah, i cristiani sono tutti parto della fantasia di Catalinotto, che ha così trasformato una mal riuscita adunata di partito in una massiccia adesione di tutto il popolo iracheno all'appello di Moqtada. Ah, Catalinotto! Mi ricordo che nei giorni immediatemente successivi all'attentato al mausoleo di Samarra del febbraio 2006,  dopo che in 3 giorni gli squadroni della morte del Mahdi army  avevano seviziato e massacrato 3000 persone nella sola Baghdad (cifra ufficiale e prudentissima), dato al fuoco decine e forse centinaia di moschee sunnite trascinando nelle strade i cadaveri degli imam e dando così inizio alla grande opera di pulizia etnica, con gli  occupanti USA che stavano a guardare lieti, Catalinotto mi ha fatto pervenire  per interposta persona del Brussells Tribunal un peana a Moqtada al Sadr. Ho risposto con un dossier lunghissimo sui crimini sadristi (articoli, blog, fotografie, video girati con i telefoni portatili, dichiarazioni di varie associazioni, etc.). La replica di Catalinotto: Moqtada piace a tale Jabbar al-Kubaysi, dell'Alleanza Patriottica Irachena. E lui di tale Jabbar al-Kubaysi si fida, ohibò. Punto e fine della risposta. 

Ma questo era ancora  niente: poi è arrivato Raed Jarrar, una delle tante vergogne dell'Iraq. Raed Jarrar ha lasciato la patria dopo la guerra, vive  negli USA, coccolato da donne in rosa e dal resto della oscena sinistra soft americana, si oppone all'occupazione dell'Iraq e intanto ha chiesto la cittadinanza degli occupanti del suo paese e - quando non ci ammannisce per la miliardesima volta la storia del martirio subìto quando l'hanno fermato all'areoporto JFK  con una T-shirt con una scritta in arabo e gli hanno fatto cambiare maglietta -, scrive solo  propaganda sadrista. Dopo la parata del 18 Raed Jarrar è stato intervistato per Democracy Now!  insieme all'altro menestrello di Moqtada, Patrick Cockburn.  L'intervistatrice, Amy Goodman, per quanto entusiasta per la manifestazione sadrista, ha dato una stima  un po' gonfiata ma realistica: "alcune decine di migliaia di persone". E Jarrar, masticando amaro, non ha obiettato. Ma poi si è scatenato sul suo blog, dove ha urlato: "Un'altra dimostrazione di UN MILIONE di iracheni!!" Anzi, precisa nell'articoletto, "più di un milione". E c'erano tutti: arabi e curdi e "altri", islamici  e cristiani e "altri",  sunniti e sciiti e "altri": Arabs and Kurds and others, Muslims and Christians and others, Sunnis and Shiites and others",  tutti belli  in fila agli ordini di Sadr (mi piacerebbe giusto sapere chi sono gli "altri"? pellerossa? scintoisti? ). Ora è vero che la stragrande maggioranza  degli iracheni si oppone al SOFA, ma di curdi, sunniti e cristiani verosimilmente il 18 a sfilare a Baghdad non ce n'era neanche uno. A parte che i cristiani avevano altri e più urgenti problemi  cui pensare -  visto che  giusto  in quei giorni venivano uccisi e costretti alla fuga a Mosul dalla pulizia etnica ad opera dei peshmerga curdi -, mai, assolutamente mai  e per nessun motivo al mondo  i sunniti sfuggiti alla  mattanza sadrista sfilerebbero con il Mahdi army, dietro una bella foto di Moqtada, con la bandiera iraniana in una mano e il trapano elettrico in quell'altra. La variegata composizione della parata sadrista Jarrar se l'è semplicemente inventata, esattamente come aveva fatto Catalinotto, che però in un attimo di distrazione si era dimenticato i curdi.  E perché proprio un milione e non due o tre, già che c'era? Perché quando hanno bandito la manifestazione i dirigenti sadristi, come tutte le altre volte,  hanno fatto un appello per una manifestazione di un milione di persone. Ovviamente, dopo nessuno si è sognato di dare una stima simile, tranne  il sito di propaganda iraniana Press TV, che assai stancamente e non nel titolo ha fatto scivolare in una riga  il milioncino. Per il resto, come ho detto, anche i siti arabi e iracheni hanno fornito, senza alcuna enfasi, cifre variabili fra "qualche migliaio" e appunto i 50.000 della filo-iraniana al-Jazeera. E così Jarrar, in crisi di fantasia, si è ispirato alle stime preventive sadriste (dopo, neanche i seguaci di Moqtada hanno avuto il coraggio di dire che avevano portato in piazza un milione di persone), e così si è inventato,  oltre a  tutto il resto, il milione di manifestanti,  concludendo che è " una vergogna"  che i media occidentali (e anche quelli iracheni, aggiungo io) non  abbiano dato il risalto dovuto all'adunata oceanica e multietnica. 

Alla vergogna hanno rimediato prontamente  i media alternativi. Il blog di Jarrar non lo legge nessuno, ma il post sulla marcia da un milione di persone era  dappertutto, assolutamente dappertutto. E così ai lettori dei siti progressisti e alternativi è stato venduto che mezza Baghdad (evidentemente quella sopravvissuta ai trapanatori: l'altra  mezza è sottoterra o in esilio)  ha sfilato agli ordini di Moqtada, tutti uniti dietro un vessillo sadrista, magari con un bel trapano dipinto sopra come emblema araldico. Il tripudio delle sinistre schiere dei  sadristi d'occidente è però durato poco: le notizie si possono inventare a profusione ma alla fine un minimo bisogna pure tenere conto dei fatti, e dopo la modesta parata di partito di fatti non ne sono seguiti altri. 

E così gli intellettuali progressisti si sono trovati di nuovo nella desolazione. Ma mai disperare, compagni. Se permettete, vi do io un umile consiglio. Se proprio Moqtada non torna, vi posso segnalare  un nuovo eroe, quasi meglio del precedente.

Oltre e più di Moqtada, adesso infatti  Teheran sta sponsorizzando un altro dei suoi pezzi forti, il doppio agente Iran-CIA - più Iran che CIA, come oramai si è chiarito - Ahmed Chalabi, il faccendiere e bancarottiere ex-pupillo di Bush, Cheney e  dei neocon , che con le sue menzogne ha più di ogni altro promosso la guerra contro l'Iraq. Ora Chalabi è diventato un fiero oppositore degli USA,  passa più tempo a Teheran che in Iraq e ogni giorno i siti  di propaganda del regime persiano sono pieni delle sue dichiarazioni e "rivelazioni", questa volta contro gli USA. Ascoltatemi, davvero:  tutti gli orfani di Moqtada possano trovare in Chalabi un egregio  padre putativo, assolutamente adatto alla bisogna.  Amico, alleato e complice di Sadr, delinquente conclamato, da sempre alle direttive di Teheran,  artefice su ordine iraniano delle menzogne sulle armi di distruzione di massa di Saddam e ora anche orgogliosamente contrario a ogni accordo con gli USA. Meglio di così...

Parlo sul serio.  Quando,  lo scorso 24 settembre, il movimento anti-war americano si è recato a omaggiare Ahamdinejad, il presidente  iraniano ha dichiarato alla sinistra folla plaudente che scatenando la criminale guerra di aggressione contro l'Iraq "per una  volta i leaders  statunitensi erano stati in grado di prendere una decisione giusta",  anche se poi hanno mancato nel non consegnare  integralmente all'Iran la Mesopotamia  ripulita da baahisti, sunniti, laici e nazionalisti. Il movimento anti-war (ANTI-WAR!)  ascoltava  in ginocchio, estasiato e festante. La più commossa di tutti dicono fosse  Sarah Flounders, sodale di Catalinotto, e braccio destro di Ramsey Clark, il cosiddetto avvocato di Saddam Hussein, che  mentre il cadavere scempiato del suo cliente era ancora caldo già  aveva riempito il suo sito di proclami osannanti i  boia del Mahdi army che l'avevano appena linciato

I tempi sembrano davvero maturi perché Chalabi diventi la nuova icona dei movimenti anti-guerra. Sarebbe assolutamente perfetto: esattamente quello che questa sinistra si merita.

 



:: Article nr. s8705 sent on 11-nov-2008 09:54 ECT

www.uruknet.info?p=s8705



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