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Capolavoro americano: le donne irachene sottomesse al Corano


...Con l’ascesa al potere della forte comunità sciita (forte soprattutto per i nuovi rapporti di vicinato con l’Iran ) la nuova Costituzione cancella in un sol colpo la tradizione secolare della Mesopotamia e assesta un duro colpo ai diritti della donna, che viene assoggettata alla legge coranica in materia di matrimonio, divorzio e successioni e perde la quota di rappresentanza obbligatoria in Parlamento. È quanto emerge da un capitolo della "Magna Charta" redatta dalla Commissione costituente e pubblicato dal "New York Times"...

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Capolavoro americano: le donne irachene sottomesse al Corano

AprileOnLine

Baghdad. Cresce la tensione per il varo della nuova Costituzione. Quattro delegati sunniti si autosospendono dalla commissione redigente dopo l'uccisione di due loro colleghi
C.R.




21 luglio 2005 - Siamo all’assurdo: entrati in guerra contro "i regimi del terrore", non sono riusciti a sconfiggere il terrorismo e ad "esportare la democrazia", ma in compenso l’amministrazione americana potrà vantarsi di essere riuscita a esportare il burqa dall’Afghanistan all’Iraq. Il paese già preda dei talebani, con il nuovo governo non può vantarsi di aver migliorato la condizione delle donne; ancora oggi, lontano dai riflettori, la maggioranza di esse è costretta nella "gabbia" delle convenzioni religiose e degli obblighi sociali, e chi tenta di uscirne paga spesso con la vita (come è recentemente successo ad alcune giornaliste "ree" di non indossare il velo totale). Ebbene, ora anche il vicino Iraq si appresta al grande salto all’indietro nella storia, a prima del 1959. Già: con l’ascesa al potere della forte comunità sciita (forte soprattutto per i nuovi rapporti di vicinato con l’Iran ) la nuova Costituzione cancella in un sol colpo la tradizione secolare della Mesopotamia e assesta un duro colpo ai diritti della donna, che viene assoggettata alla legge coranica in materia di matrimonio, divorzio e successioni e perde la quota di rappresentanza obbligatoria in Parlamento. È quanto emerge da un capitolo della "Magna Charta" redatta dalla Commissione costituente e pubblicato dal "New York Times".
I diritti delle donne sono garantiti a patto che "non violino la Sharia": questo significa che le donne non possono sposarsi senza il permesso della famiglia e che il marito può divorziare semplicemente dichiarandolo per tre volte ad alta voce e in pubblico. Si profila anche l’abolizione totale o parziale della clausola della Costituzione provvisoria, messa a punto insieme agli esperti giuridici americani, che prevedeva una quota femminile di almeno il 25% nella rappresentanza parlamentare.
Il testo non è ancora definitivo e potrebbe essere emendato prima della scadenza di metà agosto entro cui dovrà essere presentata la Costituzione. Le donne irachene però hanno espresso preoccupazione e in 200 hanno manifestato nel centro di Baghdad contro la soppressione dei loro diritti. E non solo: anche se non è passata la linea degli sciiti più radicali, la bozza conterrà comunque riferimenti all’Islam come fonte primaria di diritto che nella Costituzione provvisoria erano molto più sfumati.
"Questa bozza è una grande truffa ai danni delle donne", ha spiegato Hanna Edwar, presidente dell’associazione umanitaria Amal (Speranza) al termine di un riunione del Coordinamento donne irachene, istituito tra 80 diverse organizzazioni femminili per "vigilare e difendere i diritti delle donne nella stesura della bozza della nuova Costituzione irachena".
La riunione, tenuta a Baghdad ieri mattina, è stata convocata, dice Edwar perché "siamo allarmate e preoccupate dal dettato della bozza che sarà presentata. La bozza che abbiamo letto è volutamente ambigua; oltre ad usare formule verbali soggette a varie interpretazioni, assoggetta i principi che dovrebbero essere universali a future leggi che dovranno essere emanate". E incalza Rabie Abaichachi, attivista: "Due giorni fa siamo scese in piazza del Paradiso per esprimere il nostro rifiuto a che la nuova Costituzione smantelli i diritti civili della donna sanciti da una legge scritta nel 1959. I nostri Imam talebani ci vogliono riportare ai tempi della schiavitù " .
I religiosi vogliono avere le mani libere per scrivere le loro leggi. È di ieri mattina l’annuncio del presidente della commissione parlamentare costituente, secondo il quale il testo della Carta dovrebbe essere presentato entro due giorni. Le donne lamentano perciò i tempi molto ristretti per discutere la Costituzione: "Non si può scrivere la Carta costituzionale in due mesi" e "senza sentire il polso del popolo". Ma soprattutto lamentano che i diritti civili delle donne, le pari opportunità e la partecipazione alla vita politica del paese non sono rispettate. La nuova costituzione, con acrobazie verbali, le assoggetta sempre alla Sharia islamica, oppure a quelli che vengono chiamati "valori tribali".
La bozza della nuova Costituzione irachena sarà pronta il 1 agosto prossimo, ha fatto sapere il capo della commissione incaricata della sua redazione. Il testo sarà sottoposto all’esame del Parlamento e poi al voto il 15 agosto, come previsto, ha aggiunto lo sceicco Houman al-Hammudi. Una volta approvata, la nuova Costituzione verrà sottoposta a referendum entro la metà dei ottobre.
Intanto, almeno quattro membri sunniti della Commissione redigente si sono autosospesi dall’incarico all’indomani dell’uccisione di due loro colleghi a Baghdad. Ad annunciare la decisione è stato il portavoce del movimento sunnita "Dialogo nazionale iracheno", lo
stesso a cui appartenevano i due membri della Commissione uccisi. "In Iraq, le condizioni per svolgere il nostro lavoro non sono favorevoli", ha spiegato, riferendosi al continuo rischio sicurezza. Un altro membro della Commissione ha dichiarato che tutti e 15 i delegati sunniti nella Commissione di 71 membri - entrati a far parte dell’organismo solo il mese scorso - si sono sospesi, ma questa notizia non è stata confermata.
Poco prima dell’attentato in cui martedì scorso sono stati uccisi i due esponenti sunniti, il presidente iracheno Jalal Talabani aveva detto di augurarsi che la bozza sarebbe stata pronta entro la fine del mese, se le "preoccupazioni" dei sunniti avessero trovato rapidamente soluzione. Le dichiarazioni del presidente della commissione sembrano dunque tese a rassicurare gli iracheni e gli alleati internazionali, ma resta l’incognita sul futuro di una Costituzione che non dovesse avere il via libera anche dai sunniti in una situazione di crescente violenza. Tra giovedì e domenica scorsi, una serie di autobombe e attacchi suicidi hanno provocato oltre 150 morti.





La precedente costituzione irachena

www.resistenze.org - popoli resistenti - iraq - 07-11-2002

da "La Voce" del G.A.MA.DI – Roma

Un po’ d’informazione sull’Iraq

di Fabrizio Rossi

Pensiamo di fare cosa utile per i nostri lettori riportare qui qualche informazione sull'Iraq, scelte tra quelle che di solito sono tenute nascoste. Lasciamo per questa volta alle cronache dei mezzi di informazione le notizie sull'altalena guerra sì / guerra no che ci perseguiterà almeno fin alle prossime elezioni statunitensi di Novembre.
Di controinformazione sull'Iraq ne gira molta, purtroppo anche in quella che in Italia viene considerata, a torto o a ragione,"sinistra".Diamo qualche informazione, basata sui fatti.
La Repubblica Democratica Popolare dell'Iraq ha una costituzione e una vita politica parlamentare. Sul piano formale, lo Stato è ancora, dal 1968, in fase rivoluzionaria.Dal 1980 esiste nel paese una Assemblea Nazionale, di 250 membri, eletti con elezioni a suffragio universale ogni 4 anni. .L'ultima elezione è avvenuta il 27 Marzo 2000. I risultati sono stati: 165 eletti del partito socialista Baas, 55 indipendenti, e 30 eletti nelle province kurde del Nord. Di 25 candidate donne, ne sono state elette 18. Il ricambio dei deputati all' Assemblea Nazionale è sempre molto alto, confrontato con quello dei nostri parlamenti: nel 2000 sono stati sostituiti circa l' 83 % degli eletti precedenti.
Il Presidente è eletto dal popolo ogni 7 anni. L'ultima ri-elezione di Saddam Hussein è avvenuta il 15 Ottobre 1995,
preceduta da una decisione dell'Assemblea Nazionale che lo ha ammesso come unico candidato. Perciò i risultati elettorali del 99.47 % sono in effetti il risultato di un referendum, che non lascia dubbi su quanti possano essere nel paese gli oppositori al presidente: un numero trascurabile.
Qui di seguito è riportato qualche articolo significativo della Costituzione (provvisoria, perchè la rivoluzione ancora non è conclusa) con le ultime varianti del 1980.

Art. 1 [forma dello Stato]
L'Iraq è una Repubblica Democratica a Sovranità del Popolo. Il suo obbiettivo di base è la realizzazione di uno Stato Arabo e la costruzione di un Sistema Socialista.

Art. 2 [autorità]
La fonte dell'autorità e della sua legittimazione è il popolo.

Art. 4 [religione dello Stato]
L'Islam è la religione dello Stato.

Art. 25 [libertà di religione]
Lo stato garantisce la libertà di fede, e l'esercizio di riti religiosi, sono garantiti, in accordo con le regole della Costituzione e delle leggi, senza contrastare con la morale e l 'ordine pubblico.

Art. 5 [nazionalità]
(a) l'Iraq è una parte della Nazione Araba.
(b) Il popolo dell'Iraq è composto di due principali nazionalità: la nazionalità Araba e la nazionalità Kurda.
(c) Questa Costituzione riconosce i diritti di nazionalità del popolo Kurdo e i diritti legittimi di tutte le minoranze all'interno dell'unità irachena.

Art. 7 [lingue]
(a) La lingua ufficiale è l'arabo.
(b) Nella regione Kurda è ufficiale il kurdo, oltre all'arabo.

Art. lO [solidarietà sociale]
La solidarietà sociale è il primo fondamento della Società. La sua essenza è che ogni cittadino compia il suodovere in pieno, e che la Società garantisca in pieno i diritti e le libertà del cittadino

Art. 13 [proprietà pubblica e pianificazione]
Le risorse nazionali e i mezzi di produzione di base sono proprietà del Popolo. Essi sono gestiti direttamenteda una Autorità Centrale nella Repubblica lrachena, secondo le esigenze della pianificazione generale dell'economia nazionale.

Art. 19 [eguaglianza]
(a) I cittadini sono uguali davanti alla legge, senza discriminazione dovuta a sesso, sangue, lingua, origine sociale, o religione.
(b) A tutti i cittadini sono garantite uguali opportunità, secondo legge.

Art 26 [espressione, associazione]
La Costituzione garantisce libertà di opinione, riunione, dimostrazione e formazione di partiti politici, sindacati, e associazioni in accordo congli obbiettivi della Costituzione ed entro i limiti della legge. Lo Stato assicura i riconoscimenti necessari per esercitare queste libertà, che si accordano con l'orientamento rivoluzionario, nazionale, e progressista.

Art. 27 [istruzione]
(a) Lo Stato prende in carico la lotta contro l'analfabetismo e garantisce il diritto all'istruzione gratuita, a livello primario, secondario e universitario per tutti i cittadini … Lo stato garantisce la libertà di ricerca scientifica, incoraggia e premia l'eccellenza e l'iniziativa in tutte le attività mentali, scientifiche, e artistiche, e tutti gli aspetti dell'eccellenza popolare.

Gli articoli della Costituzione qui riportati sono già sufficienti per rispondere alla domanda: perché minacce di guerra contro l'Iraq? Evidentemente per i trafficanti occidentali non è tollerabile che esista uno Stato che dichiara essere il petrolio una proprietà del popolo; e non solo nella Costituzione ma anche nei fatti, non risultando in alcun modo che i traffici facciano arricchire un qualche satrapo locale. Tra l'altro, una attività simile sarebbe perseguita in modo drastico dallo Stato iracheno, il quale, come tutti i sistemi socialisti, più o meno perfetti, applica il massimo delle pene per i reati contro la proprietà pubblica. Inoltre, per l'occidente trafficante e capitalista, uno Stato progressista di cultura islamica in quella zona è un pessimo esempio per gli altri stati petroliferi.La propaganda allora va in due direzioni: da noi, si lascia intendere che anche l'Iraq sia uno Stato integralista, se non addirittura connivente con la Jihad islamica. Verso gli stati arabi "amici" dei trafficanti si indica invece Saddam Hussein come un personaggio empio da rimuovere.

Evidentemente la sequenza storica: antisovietismo/mujaidin/talebani/reazione islamica con i disastri relativi non è stata assimilata, e se ne sta tentando una simile. Che però riesce male: le nazioni islamiche questa volta reagiscono più rapidamente: i governi, tutti, negano come possono l'uso delle installazioni militari statunitensi: ed i popoli della zona boicottano le merci di provenienza occidentale. La CocaCola ha già perso il 20 % dei consumi e la MeccaCola (prodotta senza capitali americani) la sta sostituendo per diventare la bevanda dei pellegrini alla Mecca.

Torneremo in altra occasione su questi argomenti che riguardano i riflessi economici delle minacce di guerra.

Note finali:i risultati delle elezioni in Iraq del 27 Marzo 2000 sono tratti da fonte non sospetta, cioè dalla trasmissione del 28/3/2000 , ore 12.21 locali (17.21) della Voice of America; la Costituzione irachena è tratta dalla raccolta delle costituzioni mondiali (in inglese) della Università di Wi!rzburg, in Germania.

http://www.resistenze.org/sito/te/po/ir/poir2m07.htm


:: Articolo n. 13963 postato il 23-jul-2005 02:02 ECT

www.uruknet.info?p=13963

Link: www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=5716&numero=307



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