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LA GUERRA E' UN DIVERTIMENTO INFERNALE


Dopo aver scritto per anni articoli sulle pubbliche relazioni e sulla propaganda, probabilmente sono un po’ sfinito, ma nonostante tutto sono stato preso dall’entusiasmo quando ho visitato il sito dell’esercito americano, dove ho trovato un collegamento ad un videogioco sponsorizzato dal dipartimento della difesa degli Usa (Department of Defense = DoD). Nel tentativo di trovare nuove reclute, i militari hanno letteralmente trasformato la guerra in un gioco. Il sito dell’esercito americano (America’s Army) presenta tutta una serie di videogiochi che i ragazzi possono scaricare, oppure anche giocarci "on line"...

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LA GUERRA E' UN DIVERTIMENTO INFERNALE

SHELDON RAMPTON, Comedonchisciotte.org

5 settembre 2005

Il gioco del reclutamento



Dopo aver scritto per anni articoli sulle pubbliche relazioni e sulla propaganda, probabilmente sono un po’ sfinito, ma nonostante tutto sono stato preso dall’entusiasmo quando ho visitato il sito dell’esercito americano, dove ho trovato un collegamento ad un videogioco sponsorizzato dal dipartimento della difesa degli Usa (Department of Defense = DoD). Nel tentativo di trovare nuove reclute, i militari hanno letteralmente trasformato la guerra in un gioco. Il sito dell’esercito americano (America’s Army) presenta tutta una serie di videogiochi che i ragazzi possono scaricare, oppure anche giocarci "on line". Sebbene i giochi siano violenti, con molte possibilità di sparare e distruggere, si evitano le immagini di morte o altre bruttezze della guerra, presentando invece delle versioni molto soft, un po’ sulla falsariga dei libri di Tom Clancy.

Un gioco (Overmatch) promette un contesto nel quale uno dei combattenti è naturalmente superiore … con capacità molto specifiche e tecnologia all’avanguardia … insomma "OVERMATCH: pochi soldati per una vittoria certa" (più o meno lo stesso messaggio di assoluta superiorità che ci ha fatto andare in Iraq). UBISOFT, la società di software che è stata incaricata di sviluppare i giochi del DoD, sponsorizza le "Frag Dolls" , un vero gruppo di giovani giocatrici molto attraenti con nomi che vanno da "Eekers" a "Valchiria" a "Jinx" e che sono pagate per promuovere i prodotti della Ubisoft. Ad una raduno di giochi per computer, all’inizio di quest’anno, le Frag Dolls erano presenti nello stand dell’esercito americano per presentare i giochi, farsi fotografare e filmare (sia le foto che i films sono ora disponibili sul sito dell’esercito americano). Nel weblog delle Frag Dools, "Eekers" parla della sua esperienza con il gioco "Combat Convoy": "c’è un gigantesco Hummer (un tipo di Suv!) dotato di una torretta rotabile, equipaggiato con armi speciali, e possiamo visualizzare l’esterno su un grande schermo. Jinx è alla guida e ci fa attraversare questa zona di guerra virtuale sparando alla gente con una pistola, mentre io dalla torretta colpivo i passanti con un M4"

REALTA’ NON VIRTUALI

La fantasia delle bambine e delle pallottole raccontata nei giochi virtuali è in netto contrasto con l’esperienza che i soldati reali devono affrontare in Iraq. Un rapporto redatto dalla sezione sanitaria del Pentagono lo scorso gennaio (ma reso noto solo ora!) indica che il 54 per cento dei soldati che si trovano in Iraq descrive il proprio stato morale come "basso, molto basso". Recentemente Mr David Chu, sottosegretario alla difesa degli Usa, incaricato del reclutamento per l’esercito ha ammesso che "c’è una ridotta disponibilità all’arruolamento tra i giovani d’oggi. A seguito della realtà della guerra c’è meno incoraggiamento da parte delle famiglie, degli insegnanti, insomma di quelli che possono convincere i ragazzi ad arruolarsi"

Chu ha anche detto che i vecchi soldati, soprattutto quelli che avevano combattuto durante la guerra del Vietnam, sono diventati un ostacolo al reclutamento. Inoltre Chu "si lamenta per il mancato impegno dei mezzi di informazioni nel riportare i dati positivi e di successo, preferendo la divulgazione delle notizie dei bombardamenti e della crescente reazione locale."
In realtà, come riportato da "Editor and Publisher" proprio il giorno prima della dichiarazione di Chu, i mezzi di informazioni hanno omesso di raccontare il vero orrore della guerra, in quanto sui giornali solo pochi grafici riportano l’andamento della guerra in Iraq. Come anche riporta Joe Cochrane, corrispondente per Newsweek, la difficoltà nel dare notizie positive sta anche nel fatto che i reporters "non si muovono più dalla Green Zone dove vivono come barricati, potendo uscire solo sotto scorta, diversamente da quanto succedeva un anno fa quando gli stranieri potevano passeggiare al di fuori della Green Zone, fare spesa nei mercati locali e, cosa molto importante, potevano chiacchierare con la popolazione irachena. Quei giorni ormai sono cosa passata." Anche all’interno della Green Zone la situazione non è che sia molto meglio: "truppe dotate anche di armi pesanti sono di guardia a tutti gli edifici del governo ed agli ospedali, puntando minacciosamente le armi a chiunque si avvicini. Come indicato nella segnaletica ai posti di blocco, i soldati di guardia possono usare le armi contro chi non obbedisce ai loro ordini. E certamente i soldati non si fanno scrupoli se si sentono, per qualsiasi ragione, in pericolo. Tutta questa paura e questa tensione si respira proprio all’interno di quella zona che dovrebbe essere la più tranquilla" Cochrane dice anche che lui "è sempre stato ottimista" ma che durante la sua ultima visita in Iraq ha raggiunto "il punto di rottura". Aggiunge poi: "non è il caso adesso di dire se era giusto o no invadere l’Iraq.
Ormai siamo in ballo e non ha senso mettersi a discutere. Sta di fatto che prima dell’aprile 2003 non c’erano attacchi suicidi a Baghdad, c’era l’elettricità 24 ore al giorno e la gente usciva la sera. Oggi se guidate dalla città all’aeroporto c’è una concreta possibilità che veniate uccisi"

PROGRAMMI SCOLASTICI

Da parte delle autorità militari è stato sviluppato un programma di strategia "PR" (Pubbliche Relazioni) per promuovere le attività dell’esercito all’interno della scuola. Nell’autunno del 2004 l’esercito ha pubblicato una guida per i "reclutatori" che hanno il compito di reclutare studenti delle scuole superiori. Colin McKay (un responsabile delle pubbliche relazioni canadese) ha dato un’occhiata all’opuscolo ed ha riconosciuto la validità dello stesso quale strumento utile per il raggiungimento dello scopo prefissato. Ci sono riportate le attività studentesche (nel settore "tattica"), le opportunità anche per i recrutatori (settore "sviluppo") ed una lista dettagliata dei mezzi per identificare la potenziale recluta (settore "ricerca") Ecco alcuni suggerimenti:

"Cerca di essere un aiuto per gli studenti così da essere un punto di riferimento"

"Coltiva le amicizie di autisti, bibliotecari, impiegati ed insegnanti"

"Conosci le prerogative dei tuoi studenti. Gli studenti che agiscono come capoclasse, quelli che curano i giornali e le stampe di pubblicazioni interne, quelli che fanno particolare attività atletica … possono essere d’aiuto nell’azione di reclutamento"

"Distribuisci calendari da tavolo tra i tuoi studenti"

"Organizzati per pranzare, spesso e volentieri, insieme con i dirigenti scolastici"

"Porta caffé e stuzzichini per tutti, ogni tanto"

"Cerca di far parte del comitato organizzatore di feste a parate"

"Fatti coinvolgere nell’attività dei Boy Scout. Molti Scouts sono reclute potenziali"

"Utilizza dei gadgets e del materiale vario da distribuire (penne, tazze, mouse-pad, borse)"

"Sii presente il più possibile alle funzioni comunitarie ed alle assemblee"

"Proponiti come arbitro o assistente nelle gare sportive"

"Vestiti in blu e partecipa alle commemorazioni, come l’anniversario della nascita di Martin Luther King, che è in gennaio. Febbraio è il mese della storia dei neri. Etc"

"Organizza delle gare tra la locale squadra di basket ed una formazione di militari"

FURTO DELLA PRIVACY

L’ufficio reclutamento del Pentagono fa molti sforzi per avere sempre più informazioni utili sia sugli studenti che sui loro genitori. Come conseguenza del programma educativo di Bush che va sotto il nome "non lasciamo indietro nessun figlio", i militari hanno ottenuto (così come descritto dal Chicago Tribune) "un accesso senza precedenti a tutte le informazioni da utilizzare per una massiccia campagna di reclutamento, tramite appelli telefonici personalizzati". Nel 2002, prima che il programma "non lasciamo indietro nessun figlio" avesse validità, il 12 per cento delle scuole superiori (circa 2.500 scuole) aveva rifiutato l’accesso ai suoi database da parte dei militari. Come riportato dal Washington Post, negli ultimi tempi invece "gli addetti al reclutamento hanno usato le informazioni per contattare gli studenti a casa loro, facendo andare in collera sia i parenti che i distretti scolastici in tutto il paese."

Inoltre, sempre come riportato dal Washington Post lo scorso giugno, "il Pentagono ha sottoscritto un contratto con BeNOW, una società privata incaricata di costruire un database con i dati degli studenti delle scuole superiori, di età tra i 16 ed i 18 anni, per aiutare i militari ad identificare possibili nuove reclute"

Questo database è descritto, in un sito del Pentagono, come "il più grande database esistente per quanto riguarda i giovani tra i 16 ed i 25 anni, contenente circa 30 milioni di dati"

Secondo una nota del Registro Federale dell’Esercito, le informazioni catalogate per ogni singola persona includono nome, cognome, indirizzo di casa, data di nascita, indirizzo e.mail, etnia, telefono, scuola frequentata, risultati scolastici ottenuti, valutazione, livello educativo, risultati del test militare.

Alle domande su un tale database, il sottosegretario alla difesa mr David Chu ha risposto "se non vogliamo rendere obbligatoria la leva, dobbiamo concedere al ministero della difesa la possibilità di contattare i giovani per far conoscere a loro le nostre proposte. Non potete pensare che, come d’altronde succede in ogni grande azienda, si possa restare passivi ad aspettare che le persone interessate ci chiamino loro"

Alla domanda di un reporter "dunque perché non può essere sufficiente elencare solo nome cognome e telefono?" è stato risposto "le altre informazioni sono parte di un elenco commerciale. Tutti possono costruirsi un tale database. Noi non possiamo: questo non è un database preparato dal governo. E’ un elenco commerciale, predisposto da un’azienda commerciale. Noi non facciamo altro che prendere informazioni che sono state date volontariamente con la compilazione di moduli ufficiali. Per cui non vedo …"
"Magari però chi ha compilato i moduli non intendeva che diventassero proprietà dell’esercito degli Usa" ha ribadito il reporter

Gruppi di attivisti in favore della privacy sono stati molto critici nei confronti di un tale database. Secondo una dichiarazione congiunta fatta da otto associazioni, questo database viola la legge sulla privacy, una legge che era stata creata ad hoc proprio per limitare la raccolta di dati privati da parte di autorità governative. Il progetto di una tale database "si propone di aggirare ed ignorare la legge raccogliendo dati personali tramite terzi anziché richiedendoli direttamente alle persone interessate". Uno dei firmatari della dichiarazione (l’EPIC: Electronic Privacy Information Center) ha rilasciato una sua propria dichiarazione aggiuntiva spiegando che "sia la legge sulla privacy che il regolamento interno del DoD prevedono che la raccolta di dati debba essere fatta chiedendoli direttamente ai cittadini stessi e solo quando possibile. Invece il database conterrebbe dati estrapolati da altre fonti indirette, quali le iscrizioni alle scuole, le registrazioni degli autoveicoli, le informazioni commerciali di aziende di vendita."

I maggiori operatori nella compilazione, commercializzazione e vendita di dati relativi agli studenti (che sono l’American Student List e la Student Marketing Group) sono stati recentemente persuasi dalle autorità di controllo a predisporre delle note informative per gli studenti per evitare che questi rivelino i loro dati troppo facilmente.

Sempre le associazioni di consumatori nel settore della privacy hanno lanciato l’allarme informando che il Pentagono potrebbe usare i dati raccolti anche per altri scopi che non riguardano il solo reclutamento. Secondo il Washington Post "il sistema da’ diritto al Pentagono, senza che il cittadino ne venga informato, di utilizzare i dati raccolti anche per usi al di fuori del settore militare, come in quello della legislazione, della tassazione e delle attività del Congresso."

Il portavoce della Difesa Ellen Krenke assicura che il Pentagono non usa i dati raccolti per altri scopi, ma il Registro Federale riporta il fatto che i militari si sentono in diritto di utilizzare i dati come meglio credono. Anche voi potete contribuire a dire la vostra su questo argomento collegandovi al sito di SourceWatch, una nostra enciclopedia creata sul sistema wiki suddivisa in gruppi e forum di discussione. Troverete sezioni specifiche su ognuno degli argomenti di questo articolo e potrete aggiungere il vostro parere su David Chu, l’esercito americano, Unisoft, le Frag Dolls, il progetto "non lasciamo indietro nessun figlio", EPIC e BeNOW.

Sheldon Rampton collabora con il Centro per l’informazione e la democrazia ed è co-autore di tre libri, che sono (titoli liberamente tradotti in italiano!): "La repubblica delle banane e le armi di distruzione di massa" "Dateci la vostra fiducia: noi siamo gli esperti" "La mucca pazza e la melma sono cose buone per voi"

Fonte: www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/rampton07302005.html
30/31.07.05

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLO FEDERICI

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:: Article nr. 15433 sent on 06-sep-2005 02:55 ECT

www.uruknet.info?p=15433

Link: www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=1359



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