Londra, 13 aprile 2006 - Almeno 65.000 iracheni sono fuggiti dalle loro case in conseguenza della violenza a carattere confessionale e delle intimidazioni. Lo riferisce la BBC, citando cifre del governo iracheno.

Secondo i dati forniti all'emittente britannica dal Ministero per gli sfollati e le migrazioni, nelle ultime settimane il numero degli iracheni costretti a spostarsi sarebbe raddoppiato, e le informazioni su gente che lascia le proprie case a causa della violenza o delle intimidazioni, o semplicemente perché non si sente più sicura stanno diventando sempre più comuni.

In Iraq c'è stato un aumento improvviso della violenza a carattere confessionale dopo l'attentato del 22 febbraio scorso contro la moschea Askariya di Samarra, uno dei luoghi più santi dell'Islam sciita.

Da allora sono migliaia le persone che sono state uccise in attacchi di ritorsione fra la maggioranza sciita e la minoranza sunnita del paese.

Alcune intimidazioni verrebbero fatte tramite i telefoni cellulari, e si parla di persone che avrebbero ricevuto sms di minacce e video raccapriccianti filmati sulle videocamere dei telefonini.

Il Ministero iracheno per gli sfollati e le migrazioni ha detto alla BBC che quasi 11.000 famiglie hanno lasciato le loro case – l' equivalente di circa 65.000 persone, in base alle dimensioni medie della famiglia irachena.

Gran parte di questi spostamenti stanno avvenendo a Baghdad e nei dintorni, dove la violenza è stata peggiore, con molta gente che è andata ad abitare presso parenti o amici.

La Iraqi Red Crescent Society (IRCS), la Mezzaluna Rossa irachena, sta fornendo cibo, acqua, coperte, e kerosene a 5.000 famiglie.

"Ogni giorno il numero aumenta", ha detto alla BBC il dr. Maazen Salum, un suo alto funzionario. "Stiamo cercando di avere più fondi per aiutare queste persone".

Alcuni sfollati stanno vivendo in campi improvvisati, altri assieme a parenti o amici, oppure si sono trasferiti dentro edifici in rovina o in altre strutture.

Ci sono sfollati, dice la IRCS, che esitano a trasferirsi nei campi, preoccupati che essi possano diventare obiettivo di attacchi.

Centinaia di sunniti dal sud a stragrande maggioranza sciita si sono diretti verso nord – molti nelle zone sunnite a Falluja e nei dintorni, a ovest di Baghdad.

Le Nazioni Unite hanno ancora solo una presenza limitata all'interno dell'Iraq, ma alcuni funzionari nella vicina Giordania dicono che stanno cercando di secure fondi di emergenza dato che si ci si aspetta che questo problema degli sfollati aumenti.

Anche la International Organisation for Migration (IOM), affiliata alle Nazioni Unite, sta sorvegliando la situazione molto attentamente.

Le sue ultime cifre sono inferiori a quelle del governo iracheno, e dicono che circa 6.500 famiglie, o all'incirca 40.000 individui sarebbero fuggiti dalle loro case dopo l'attacco contro il santuario di Samarra.

Ma la IOM non contesta dispute le cifre del governo iracheno, dicendo che nei propri rapporti non sono comprese le stime di coloro che hanno trovato rifugio presso parenti o amici.


Fonte: BBC