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La Seconda Intifada dell'Afghanistan


...I Talebani sono riemersi nel sud del paese e sono impegnati in un'offensiva militare di primavera che ha reso incontrollabili ampie fasce delle zone rurali. In molte città si aggirano liberamente durante il giorno e stanno attraendo sempre più disillusi locali alla loro causa. In alcune aeree gli viene permesso di pregare nelle moschee nel tentativo di persuadere gli aderenti ad unirsi alla loro battaglia. Cinque anni di occupazione non hanno prodotto nulla di buono per la gente delle campagne: la disoccupazione è salita al 45%, il commercio della droga è esploso, e la presenza delle truppe straniere non ha portato ad alcun miglioramento nelle condizioni di sicurezza...

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La Seconda Intifada dell'Afghanistan

Mike Whitney

10 Giugno 2006

"Continueremo la nostra jihad fino a quando le truppe straniere non saranno state obbligate ad abbandonare il paese" - il Mullah Hayat Khan

George Bush ha infranto ogni promessa che aveva fatto al popolo dell'Afghanistan. Nel 2001 aveva dichiarato che avrebbe rimosso i Talebani, ristabilito l'ordine e ricostruito il paese lungo le linee di un nuovo Piano Marshall.

Niente di più che una bugia dietro l'altra.

I Talebani hanno ripreso pieno controllo del sud dell'Afghanistan, la ricostruzione si è rivelata essere di dimensioni microscopiche, e non c'è stato alcun tentativo di instaurare condizioni di sicurezza al di fuori della capitale Kabul. L'Afghanistan continua a languire in una situazione di pesante povertà, avendo a propria disposizione una quantità di acqua potabile e di elettricità che è inferiore a quella del periodo che aveva preceduto la guerra. E' uno stato in condizioni fallimentari dedito al narcotraffico, con il 99% delle aree rurali schiacciate dal pugno di ferro dei signori della guerra regionali e dei boss della droga.

E' questa la definizione data da Bush ad un'utopia democratica?

Al tempo dell'invasione, il 95% del popolo Americano aveva sostenuto la decisione di andare in guerra. Con il pesante sostegno degli attacchi dell'11 Settembre, Bush fu capace di distorcere il dolore della nazione mutandolo in un grido di vendetta. Cinque anni dopo, i risultati sono prevedibilmente deprimenti: l'Afghanistan è un vero e proprio "macello" e sono ben poche le prospettive di un miglioramento nel futuro prossimo. Le speranze per un Piano Marshall in Afghanistan non sono maggiori di quelle che a suo tempo erano state prospettate per New Orleans. Gli unici sviluppi degni di nota sono stati le basi militari Americane che adesso punteggiano il paesaggio come fossero le lesioni di un lebbroso e gli oleodotti che si snodano attraverso le sterili campagne. A parte tutto questo la campagna militare Afgana è stata un completo flop.

Il Presidente dell'Afghanistan Karzai è un'incapace, una vera caricatura di uomo, che non gode nè di un ampio mandato e neppure di un diffuso sostegno pubblico. È semplicemente un altro tirapiedi Americano che è soddisfatto di tirare avanti coperto dalle sue lunghe tuniche e il suo ridicolo copricapo con un entourage di 75 mercenari armati fino ai denti che lo seguono ad ogni passo. La sua funzione di capo di stato provoca una profonda irritazione in qualunque Afgano che abbia anche una sola goccia di sangue patriottico che gli scorre nelle vene.

Gli Americani dovrebbero essere infuriati verso questa charade. Avremmo dovuto sapere come sarebbe andata a finire nel momento stesso in cui Bush si dava tanto da fare a sventolare la bandiera statunitense, ingannandoci con il suo battersi il petto, e avremmo dovuto resistere la sua chiamata alle armi. Adesso il nostro paese si sta velocemente dirigendo verso un'altra rovinosa avventura senza che in vista se ne possa scorgere la fine.

La scorsa settimana, a Kabul si sono scatenate delle rivolte quando i freni di un camion militare si sono guastati e il veicolo si è gettato a tutta velocità nel traffico caotico della città, provocando la morte di 2 civili. L'incidente ha immediatamente dato vita ad una spontanea dimostrazione anti-americana che si è velocemente trasformata in un bagno di sangue: alcuni soldati Americani dal grilletto facile hanno infatti sparato sulla folla uccidendo 8 civili. Molti lettori ricorderanno che un incidente del tutto simile era avvenuto a Fallujah nel 2003 e che aveva avuto implicazioni a lungo termine molto gravi per l'occupazione Statunitense. In quell'occasione gli arrabbiati abitanti di Fallujah si erano riversati nelle strade per protestare contro la nomina del sindaco della città da parte delle forze Americane. La folla era molto arrabbiata ma sfilava senza ricorrere ad alcun atto di violenza. Nonostante questo, gli inesperti soldati Statunitensi reagirono in maniera del tutto eccessiva, esattamente come hanno fatto a Kabul, sparando sulla folla e uccidendo 14 civili. Quell'incidente finì per inasprire il giudizio della gente sull'occupazione e si rivelò un potente strumento di reclutamento per il nascente movimento di resistenza Irachena. Tre anni dopo possiamo guardare alla violenza di quel giorno come ad un punto di svolta nel corso degli eventi in Iraq e alla genesi della resistenza. Adesso l'Iraq si trova ingolfato in una guerra su larga scala e il risultato è ben lontano dall'esser certo.

Accadrà la stessa cosa in Afghanistan?

Tim Albone, il corrispondente per il Times di Londra la pensa così. Albone ha scritto,

"Ho parlato con degli amici che hanno lavorato in Iraq e dicono che c'è stato un giorno quando tutto è cambiato. Questo potrebbe succedere anche qui...gli Afgani comprendono che possono prendersela con la polizia e con gli Americani – potrebbero facilmente farlo ancora una volta ["Il giorno che ha cambiato l'Afghanistan" M.K. Bhadrakumar]

Albone ha ragione. L'Afghanistan è una polveriera che è stata capace di esplodere la scorsa settimana solo a causa di un semplice incidente di guida spericolata. C'è stata una continua erosione nel sostegno per l' occupazione come pure una drammatica escalation nella violenza.

L'Afghanistan ha cominciato a districarsi. I Talebani sono riemersi nel sud del paese e sono impegnati in un'offensiva militare di primavera che ha reso incontrollabili ampie fasce delle zone rurali. In molte città si aggirano liberamente durante il giorno e stanno attraendo sempre più disillusi locali alla loro causa. In alcune aeree gli viene permesso di pregare nelle moschee nel tentativo di persuadere gli aderenti ad unirsi alla loro battaglia. Cinque anni di occupazione non hanno prodotto nulla di buono per la gente delle campagne: la disoccupazione è salita al 45%, il commercio della droga è esploso, e la presenza delle truppe straniere non ha portato ad alcun miglioramento nelle condizioni di sicurezza. Quantunque infidi e loschi possano sembrare i Talebani, stanno tuttavia guadagnando terreno in un'atmosfera che è carica in maniera crescente di fervore religioso e di nazionalismo Afgano. Le rivolte di Kabul indubbiamente conteranno in maniera pesante in questo nuovo paradigma di un movimento di resistenza in crescita.

L'amministrazione Bush ha avuto ampie opportunità per condurre una campagna per i "Cuori e le Menti" in Afghanistan. Invece, si è scrollata di dosso i propri doveri e ha trattato il paese come fosse un suo parente povero. C'è una crecente presa di coscienza sul fatto che l'America non ha un piano per onorare il suo impegno a portare l'Afghanistan nel 21esimo secolo. Invece, gli Afgani si devono confrontare con la irritante disparità che esiste fra i pasciuti occupanti e l'estenuante durezza delle loro vite quotidiane.

"Non vogliamo questi stranieri. Dovrebbero tornarsene a casa loro," dice Faisal Agha. "Stanno danneggiando la nostra società e noi siamo così poveri. E stanno anche saccheggiando l'Afghanistan. Perchè invece non stanno costruendo delle fabbriche?" [AP]

Il disappunto di Agha è praticamente condiviso in tutto il paese. La presenza Americana ha solo esacerbato le differenze religiose e culturali che alienano la gente dagli occupanti. La disponibilità di alcool e di prostituzione offende profondamente i Musulmani più devoti e sta contribuendo a far crescere un senso generale di frustrazione e di rabbia.

Al momento gli Stati Uniti hanno 23.000 soldati presenti in Afghanistan. La forza multinazionale guidata dalla Nato a quel numero ne aggiunge altri 9.000. Questo significa la presenza di un soldato straniero per ogni 35 miglia quadrate di territorio: una formula impossibile per poter realmente pensare di instaurare condizioni di sicurezza. Il risultato di ciò è che le forze Statunitensi sono obbligate a ricorrere a tattiche dispersive per confrontarsi con il nemico e che invariabilmente finiscono per provocare la morte di civili innocenti. Un recente bombardamento aereo su quella che si riteneva essere una roccaforte Talebana ha finito per provocare la morte di 16 civili, molti dei quali erano donne e bambini. L'incidente ha solamente alimentato la rabbia pubblica e creato un'atmosfera ancor più volatile.

In un recente articolo pubblicato su Asia Times, l'autore, Syed Shahzad, ha avuto modo di parlare con Hamid Gul, il Direttore Generale dell'Inter Service Intelligence [ISI – i servizi segreti Pakistani N.d.T.]. Gul ha seguito gli sviluppi in Afghanistan fin dai giorni durante i quali i Talebani avevano condotto la loro guerra vittoriosa contro l'Unione Sovietica negli anni 80. Ha una visione molto solida di quello che sta attualmente accadendo nel paese. Gul ha dichiarato:

"Quando comincia una resistenza di massa di questo tipo, essa rappresenta una decisione collettiva che è stata presa da tutti gli Afgani. Quindi, è possibile vedere che anche se la resistenza Talebana è al momento concentrata in un'area molto specifica, incidenti sporadici si sono andati verificando praticamente ovunque...Quella che stiamo vedendo non è altro che la cima di un iceberg e la situazione peggiorerà ulteriormente visto che l'atmosfera generale è adesso favorevole alla formazione di un movimento di resistenza."

Gul ha quindi aggiunto in maniera sinistra, "Le jirga* la pensano in maniera unanime...ossia che ci sarà una guerra che coinvolgerà tutto l'Afghanistan". (Syed Saleem Shahzad; Asia Times Online) - [* jirga: assemblea tribale dei più anziani, particolarmente diffusa in Afghanistan fra il gruppo etnico Pashtun – N.d.T]

È assai improbabile che qualcuno nell'amministrazione Bush prenderà in considerazione gli avvertimenti lanciati da Hamid Gul. È inconcepibile pensare che le loro piccole teste possano prendere in considerazione il consiglio di qualcuno che ha una conoscenza profonda della recente storia del paese e che è capace di cogliere i segnali del disastro che si profila all'orizzonte. Invece, l'America andrà avanti per la sua strada dando vita ad un'altra palude che è potenzialmente tanto grande come quella in Iraq.

Non esiste una cura per l'arroganza eccetto il fallimento.

Il commercio della droga sta adesso finanziando la resistenza; fornisce i Talebani delle risorse di cui hanno bisogno per comperare armi ed esplosivi. La droga viene esportata attraverso la Russia che non certo casualmente, da quando le relazioni con Washington sono andate declinando, ignora il traffico attualmente in corso sul suo territorio. Gli Stati Uniti non sono stati capaci di adattare la loro strategia alle condizioni mutevoli, rimanendo fedeli ad un crudo piano di battaglia tutto a base di bombardamenti aerei e di detenzioni di massa. La maniera sgraziata nella quale si sono presi cura della situazione ha solo fatto crescere l'indignazione pubblica. La negligenza mostrata dall'impero sta solo portando in ebollizione il "calderone delle animosità" e sta contribuendo a trasformare un'impresa coloniale condotta senza alcuno sforzo in una brutale conflagrazione.

La luna di miele in Afghanistan di Washington è finita. La violenza è ripresa nel sud del paese e le forze dormienti del discontento politico sono in fermentazione a Kabul. La sonnambula America sta incamminandosi verso un'altra catastrofe mentre gli Afgani stanno velocemente preparandosi alla loro seconda Intifada in una sola generazione.

Traduzione a cura di Melektro per www.radioforpeace.info


:: Article nr. s5897 sent on 11-jun-2006 19:09 ECT

www.uruknet.info?p=s5897

Link: www.radiokcentrale.it/articolinuovaera/itapiece169.htm



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