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L'Islam prende le distanze dai rapitori


«Liberate Georges Malbrunot e Christian Chesnot». L'Islam intero, sia quello moderato che le sue frange più radicali, prende le distanze dall'Esercito islamico in Iraq chiedendogli di non uccidere i due giornalisti francesi sequestrati il 20 agosto scorso e di non pretendere che Parigi ritiri la legge sul velo. Una richiesta che parte dalla stessa resistenza irachena per allargarsi fino a esponenti politici e religiosi e che va dalla Lega araba al leader palestinese Yasser Arafat, passando per l'opposizione islamica egiziana dei Fratelli musulmani...
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L'Islam prende le distanze dai rapitori

il manifesto

Dalla resistenza irachena, alle autorità religiose ad Arafat, tutti condannano l'Esercito islamico in Iraq
Al Jazeera condanna Per la prima volta anche la televione del Qauar condanna il sequestro di dei colleghi francesi e ne chiede «la liberazione immediata»


31 agosto 2004 - «Liberate Georges Malbrunot e Christian Chesnot». L'Islam intero, sia quello moderato che le sue frange più radicali, prende le distanze dall'Esercito islamico in Iraq chiedendogli di non uccidere i due giornalisti francesi sequestrati il 20 agosto scorso e di non pretendere che Parigi ritiri la legge sul velo. Una richiesta che parte dalla stessa resistenza irachena per allargarsi fino a esponenti politici e religiosi e che va dalla Lega araba al leader palestinese Yasser Arafat, passando per l'opposizione islamica egiziana dei Fratelli musulmani. E per la prima volta, un appello a favore degli ostaggi arriva anche da al Jazeera, la televisione del Qatar accusata dalle autorità irachene di incitare alla violenza mostrando i video dei gruppi armati. Il sequestro dell'inviato di Le Figaro e del collega di Radio France International, rischia così di trasformarsi in un clamoroso errore politico per il gruppo che ha rapito e ucciso anche Enzo Baldoni e che oggi sembra essere isolato. Una situazione inedita e imprevista, che forse i mujaheddin dell'Esercito islamico non si aspettavano di dover affrontare. Da più parti, infatti, la politica degli ostaggi portata avanti fino alle estreme conseguenze, è stata non solo definita come un atto contrario alle indicazioni del Corano, ma anche come un'azione che discredita l'azione di quanti si oppongono all'occupazione americana dell'Iraq. E non a caso tra i tanti inviti a liberare i due ostaggi, spiccano quelli del portavoce dello stesso al Sadr, Ali al Jasseri, che parla di «rapimento immorale che danneggia l'immagine dell'Iraq e dell'Islam», e quello di Jawad al Khalisi, esponente del movimento sunnita sciita laico contro l'occupazione, per il quale simili azioni «danneggiano le legittime aspirazioni del popolo iracheno alla libertà». Persino i seguaci di Al Qaeda prendono le distanze dai sequestratori attraverso il sito Islamic Minbar, utilizzato altre volte in passato da gruppi che fanno riferimento all'organizzazione terroristica di bin Laden. Intervenendo nel forum del sito un tale che si firma Yusef ha chiesto ieri la liberazione dei due cronisti perché, ha spiegato, «bisogna valutare la posizione della Francia, che è sempre stata contraria alla guerra». Nel messaggio si fa anche un collegamento tra i due ostaggi italiani assassinati (Fabrizio Quattrocchi e Enzo Baldoni) e la situazione in cui si trovano i reporter rapiti: «Se uccideranno i due francesi - scrive infatti Yusef - i fratelli metteranno sullo stesso piano la Francia e l'Italia sul numero dei civili uccisi (2-2), nonostante la Francia non partecipi con le sue truppe alla guerra in Iraq e la contrasti con forza».

Parole di condanna che ieri sono risuonate più volte e a più livelli nel mondo arabo. Tra i primi a far sentire la propria voce è stata l'opposizione islamica egiziana dei Fratelli musulmani, che non solo ha denunciato la pratica dei rapimenti, ma ha anche respinto ogni legame tra quanto accaduto ai due giornalisti e le polemiche sul velo intercorse in Francia. Da Ginevra anche un intellettuale come Tariq Ramadam, portavoce di un Islam molto ortodosso, ha definito il sequestro di Chesnot e Malbrunot come un «atto inaccettabile e contrario a tutti i principi dell'Islam» e ha invitato il governo francese a «non cedere a questo odioso ricatto». Da Beirut, invece, Mohammad Hussein Fadlallah, un'autorità dell'Islam sciita, parlando a nome «delle autorità religiose» ha chiesto ai rapitori di rilasciare i due ostaggi e invitato «i musulmani di Francia e il governo francese» a mantenere aperto un dialogo. Stesso invito anche dal segretario della Lega araba, Amr Moussa, e dal leader palestinese Yasser Arafat che, «a nome dell'Autorità Palestinese e dell'Olp», si è rivolto«ai fratelli che detengono i giornalisti francesi per fare tutto ciò che è possibile per ottenere la loro liberazione senza tardare».

Il segno di quanto la mobilitazione per salvare i due cronisti sia estesa, arriva anche dall'appello lanciato ieri attraverso al Jazeera dal Comitato degli Ulema musulmani, la principale organizzazione religiosa sciita. Parlando alla televisione del Qatar Cheik Abdessatar, membro del comitato, ha anche lui invitato l'Esercito islamico a liberare gli ostaggi, anche se allo stesso tempo ha invitato la Francia «a rivedere la sua decisione di vietare il velo alle allieve delle scuole pubbliche. E a proposito di al Jazeera va segnalata la presa di posizione assunta dalla televisione, che per la prima volta non si è limitata a trasmettere le cassette dei sequestratori, ma ha condannato il sequestro dei colleghi francesi chiedendone «la liberazione immediata».

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art30.html


:: Articolo n. 5212 postato il 31-aug-2004 17:01 ECT

www.uruknet.info?p=5212

Link: www.ilmanifesto.it/oggi/art30.html



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