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Al Sadr rilancia: «Cessate il fuoco»


Il leader sciita radicale annuncia la sospensione delle ostilità, ma non il disarmo dell'esercito del Mahdi, in cambio del ritiro dalle città delle truppe Usa e del governo Allawi. Si combatte a Sadr city, bombe su Falluja e Samarra...
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Al Sadr rilancia: «Cessate il fuoco»

STEFANO CHIARINI, il manifesto

Il leader sciita radicale annuncia la sospensione delle ostilità, ma non il disarmo dell'esercito del Mahdi, in cambio del ritiro dalle città delle truppe Usa e del governo Allawi. Si combatte a Sadr city, bombe su Falluja e Samarra

31 agossto 2004 - Il leader sciita radicale Moqtada al Sadr, a poche ore dai sanguinosi scontri scoppiati nella notte tra domenica e lunedì con le truppe americane nel ghetto sciita di Baghdad, «Sadr city», con venti morti e cento feriti, ha invitato i suoi uomini a «cessare ogni attacco» e chiesto alle forze americane e a quelle del governo collaborazionista di Iyad Allawi, di lasciare i centri abitati e di ritirarsi nelle proprie caserme. «Moqtada al Sadr, leader del movimento, ha annunciato oggi a Najaf - ha dichiarato lo sheik Naim al-Qaabi la sospensione degli scontri in tutto l'Iraq ed entro alcuni giorni farà un annuncio sulle future linee guida della nostra azione a livello politico». Gli ha fatto eco da Najaf lo sheik Ali Smaisim, rappresentante politico del leader sciita radicale: « Invitiamo il governo iracheno ad essere paziente e a ritirare le forze di occupazione e quelle irachene al di fuori dei centri delle città. Allo stesso tempo chiediamo ai combattenti dell'esercito di al Mahdi di cessare il fuoco se non per autodifesa». Secondo Smaisim il «cessate il fuoco» farebbe parte dell'attuazione dell'intesa raggiunta la scorsa settimana tra lo stesso al Sadr e il leader religioso sciita Ali al Sistani per «salvare» la città santa di Najaf. Le milizie di al Sadr, in seguito all'intesa, hanno lasciato il mausoleo dell'imam Ali ma non hanno consegnato le armi al governo Allawi nascondendole nella città santa o portandole nelle altre roccaforti del movimento a cominciare da «Sadr City».

Nei prossimi giorni, sempre secondo Smaisim, lo stesso al Sadr annuncerà un nuovo manifesto politico del suo movimento da perseguire, «per il momento», con mezzi pacifici. Il portavoce di al Sadr ha del resto escluso che il leader sciita anti-occupazione possa prendere parte alle elezioni previste per il gennaio del 2005 (se mai avranno luogo) ma si è detto possibilista sul fatto che possa sostenere «dall'esterno» alcuni candidati. Vista la popolarita acquisita da Moqtada al Sadr -in quanto leader di una resistenza «nazionale» contro gli occupanti - soprattutto a «Sadr city», a Basra e nelle altre città del sud (con oltre dieci milioni di elettori) ma anche in molte zone sunnite del centro e turcomanne nel nord, l'esponente sciita radicale potrebbe così far eleggere praticamente chi vuole togliendo importanti consensi agli altri partiti sciiti come «al Dawa» e il Consiglio supremo per la rivoluzione islamica in Iraq (Sciri) presenti nel governo Allawi.

Il cessate il fuoco annunciato da al Sadr, ha però precisato lo sheik Smaisim, non comprenderebbe però quel disarmo del movimento chiesto dagli Usa e dal premier Allawi: «ogni cosa a suo tempo», ha aggiunto il portavoce del leader sciita. Un altro collaboratore di al Sadr ha poi dichiarato alla stampa che il disarmo del movimento non sarebbe affatto all'ordine del giorno dal momento che si tratterebbe di «armi per la difesa» dagli attacchi americani e delle forze governative. A sancire la rinnovata concordia tra al Sadr e il leader spirituale degli sciiti, Ali al Sistani, l'esponente sciita radicale sarebbe tornato ieri a Najaf per un breve visita nel mausoleo dell'imam Ali. Colloqui sarebbero anche in corso tra i rappresentanti di Moqtada al Sadr, i capi delle varie tribu di Sadr City e i comandanti americani per arrivare ad un «cessate il fuoco» anche nel grande ghetto alla periferia di Baghdad dove il movimento di al Sadr ha creato un esteso network assistenziale, già all'opera durante il regime di Saddam Hussein. Da qui nasce la popolarità del giovane Moqtada, oltre che dal nome di suo padre, Mohammed Sadek al Sadr, ucciso nel 1999 e di suo zio, Mohammed Baqer al Sadr ucciso nel 1980. Il quartiere di «Sadr City» è da mesi controllato dalle milizie del Mahdi e la stessa polizia governativa in realtà prende ordini più da Moqtada che dal premier Allawi. Gli Usa, dai primi di agosto, hanno deciso di porre fine a questa repubblica autonoma e hanno cominciato a compiere, ogni giorno, sanguinose incursioni con i carri armati per poi rientrare nella loro base ai margini del ghetto. Un'intesa per porre fine agli scontri a Sadr City sarebbe stata raggiunta su vari punti ma non ancora su quello, centrale per Washington, del «disarmo» del movimento di resistenza sciita. L'esercito del Mahdi, pur accettando il «cessate il fuoco» non sembra abbia alcuna intenzione di consegnare le armi dal momento che tutti gli altri partiti presenti nel governo Allawi hanno le loro milizie ancora in piedi o controllano le nuove forze di sicurezza e quindi gli unici ad essere disarmati sarebbero proprio le milizie sciite radicali scese in campo contro l'occupazione. Intanto sia le truppe Usa che la resistenza irachena hanno lanciato numerosi attacchi in tutto il paese: pesanti anche ieri, come ogni giorno, i bombardamenti su Falluja: rappresaglia per gli attacchi contro i convogli Usa lungo l'autostrada che passa ad est della città. Pesanti incursioni aeree, con numerose vittime, si sono registrate anche nella città di Samarra. Un soldato Usa è stato invece ucciso in un attacco ad un convoglio nei pressi della città settentrionale di Mosul.


http://www.ilmanifesto.it/oggi/art37.html


:: Articolo n. 5213 postato il 31-aug-2004 17:05 ECT

www.uruknet.info?p=5213

Link: www.ilmanifesto.it/oggi/art37.html



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