Baghdad, 1 settembre - Le sanguinose imprese dei sequestratori in Iraq, i quali rivendicano la propria appartenenza alla resistenza contro l'occupazione militare straniera del Paese, cominciano a suscitare perplessità nell'opinione pubblica irachena. Arabmonitor ha sentito l'opinione di Houda al Mouhaymi, ricercatrice di scienze politiche presso l'Università di Baghdad e dirigente dell'Associazione delle donne irachene.

A suo avviso, l'Esercito islamico dell'Iraq che ha ucciso Enzo Baldoni e ha rapito due giornalisti francesi è un'organizzazione esistente o è solo una sigla usata da qualcuno ?

"Non esiste nulla di pubblico, nulla di ufficiale su questa organizzazione. Non sappiamo quali siano i suoi obiettivi, i progetti, ammesso che esistano. Le azioni che commettono rientrano però nella categoria degli atti terroristici. Mettere a tacere o cercare di farlo con voci libere e indipendenti come poteva essere il giornalista italiano ucciso o i due francesi, è terrorismo, e io personalmente non posso essere che solidale con la famiglia di chi cade vittima di queste azioni. Gli iracheni sono degli esseri umani e si rendono perfettamente conto di quello che sta accadendo".

Ma chi potrebbe nascondersi dietro la sigla dell'Esercito islamico ?

"Vede, in questi ultimi giorni c'interroghiamo con insistenza, chiedendoci: ma chi sono ? Le loro prime operazioni sembravano voler strappare la fiducia all'opinione pubblica. Ora, che reputano di averla ottenuta, hanno cambiato target. Emergono delle ipotesi che collegano questo gruppo, come anche qualche altro, ai servizi segreti. Si può negare, ma non cambia nulla, l'azione dell'Esercito islamico, da come si sta evolvendo, fa molto comodo agli israeliani del Mossad come anche alla Cia, ma non si esclude che dietro ci sia in realtà il servizio di intelligence di uno dei Paesi confinanti con il nostro".

Come si spiega il massacro dei dodici operai nepalesi, anche loro presi in ostaggio ?

"E' stato un crimine terribile. La resistenza armata non ha nulla da spartire con simili criminali. Nasce anche qui il dubbio che i nepalesi siano stati vittime di una provocazione".

Come valuta l'operato del governo ad interim iracheno ?

"So di fonte certa che la sua azione è fortemente limitata dalle forze straniere di occupazione. Il terrorismo che oggi è presente nel Paese, non lo abbiamo mai avuto in Iraq prima d'ora. E' il risultato dell'occupazione".

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