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Liberi sette ostaggi Strage Usa a Falluja


...Alle prime ore dell'alba di questa mattina bombardieri americani hanno sganciato numerosi ordigni sulla città sunnita di Falluja immersa nel sonno. Le bombe avrebbero colpito e distrutto due palazzine nel distretto meridionale di al Jubail uccidendo dodici civili, tra i quali cinque bambini, e ferendone in modo grave altri cinque. Dal ritiro dell'esercito americano, dopo tre settimane di durissimi combattimenti, lo scorso aprile, l'aviazione Usa ha compiuto quotidiane incursioni sulla città uccidendo un centinaio di abitanti...
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Liberi sette ostaggi Strage Usa a Falluja

STEFANO CHIARINI, il manifesto

2 settembre 2004 - Sette autisti di una società kuwaitiana che riforniva le basi americane in Iraq sono stati liberati ieri dopo sei settimane di prigionia e hanno potuto raggiungere in serata i loro uffici a Kuwait city. La loro liberazione era stata annunciata ieri mattina con un video distribuito alla stampa dai loro rapitori autodefinitisi «Divisione delle bandiere nere dell'esercito islamico clandestino» nel quale si vedevano i sette camionisti (tre indiani, tre kenioti ed un egiziano) vestiti di bianco come per il pellegrinaggio alla Mecca, svolgere le rituali preghiere del mattino. Prima di salutarli, uno dei rapitori ha consegnato a ciascuno di loro una copia del corano e alcuni libri di natura religiosa. In un comunicato allegato al video, il gruppo dei sequestratori ha così spiegato la loro liberazione: «Quando è stata soddisfatta la nostra condizione, vale a dire costringere la società kuwaitiana che trasporta merci per i crociati americani, a lasciare l'Iraq, abbiamo deciso di liberare i sette ostaggi». Poco dopo un portavoce della società kuwaitiana «Kuwait and Gulf Link Transport Company» precisava però che la società avrebbe comunque provveduto a rifornire le basi nel sud del paese utilizzando però camion e personale iracheno. Il portavoce della Kgl ha poi aggiunto che oltre al ritiro della società dall'Iraq, per ottenere la liberazione dei sette autisti sarebbe stato pagato anche un riscatto di 500.000 dollari. Con la loro liberazione, a poche ore dall'uccisione dei dodici contractors nepalesi, il numero degli ostaggi ancora nelle mani dei sequestratori o comunque «scomparsi» è sceso a tredici mentre quello degli uccisi è salito a 24. Il mediatore nella vicenda dei sette camionisti, Hisham al Dulaimi, esponente di una delle più importanti tribù del paese, interessato dal governo di Parigi alla sorte dei due giornalisti francesi in ostaggio dell'Esercito islamico ha dichiarato ieri «non sto risparmiando alcuno sforzo per la loro liberazione tanto più che la Francia non ha contribuito alla guerra in Iraq». Ieri in serata, in un video inviato alla stazione televisiva «al Arabiya», un altro misterioso gruppo della resistenza irachena ha annunciato l'imminente liberazione di un ostaggio turco, Tahsin Top Abdul-Rahman, in seguito alla decisione della società per la quale lavorava di ritirarsi dall'Iraq. Alle prime ore dell'alba di questa mattina bombardieri americani hanno sganciato numerosi ordigni sulla città sunnita di Falluja immersa nel sonno. Le bombe avrebbero colpito e distrutto due palazzine nel distretto meridionale di al Jubail uccidendo dodici civili, tra i quali cinque bambini, e ferendone in modo grave altri cinque. Dal ritiro dell'esercito americano, dopo tre settimane di durissimi combattimenti, lo scorso aprile, l'aviazione Usa ha compiuto quotidiane incursioni sulla città uccidendo un centinaio di abitanti. I raid si sono intensificati nel corso del mese di agosto e potrebbero costituire il preludio per un nuovo massiccio attacco contro la città. Sempre in tema di sequestri ieri a Baghdad è stato preso nella sua casa un uomo d'affari iracheno, un certo Ajad Anwar Ali, a lungo residente in Italia, a Villa Conte nel padovano, dove gestisce con il fratello un'attività legata al commercio dei mobili. Ajad Anwar, secondo la polizia di Treviso, avrebbe fatto richiesta per ottenere la cittadinanza italiana ma questa non gli sarebbe ancora stata concessa. Ad essere cittadino italiano sarebbe invece suo fratello.

Ieri intanto il governo Allawi ha rinnegato un accordo appena raggiunto la sera prima tra il suo consigliere per la sicurezza nazionale Mowaffak al Rubaie e le milizie dell'esercito del Mahdi, gli uomini di Moqtada al Sadr, per un cessate il fuoco nel grande ghetto sciita di «Sadr City». Il primo ministro ha rimesso in discussione, su ordine dell'ambasciatore Usa John Negroponte, uno dei punti centrali dell'intesa: l'impegno delle truppe Usa a non entrare più nel ghetto sciita di Baghdad. Poco prima l'ex uomo del Pentagono, poi caduto in disgrazia, Ahmed Chalabi, era sfuggito per un soffio ad un agguato avvenuto nell'area di Latifiya, a sud di Baghdad, nella stessa zona dove sarebbe stato rapito e ucciso Enzo Baldoni. L'esponente sciita, che stava tornando da Najaf dove aveva incontrato l'ayatollah al Sistani, si è salvato ma quattro sue guardie del corpo sono state uccise. Ahmed Chalabi, a suo dire, ieri avrebbe ricevuto anche un altro regalo dal destino: il proscioglimento dall'accusa di riciclaggio di denaro rivoltagli nel maggio scorso da un giudice nominato dagli Usa. Poco dopo, sempre a Latifiyah, è stato ucciso a bordo della sua auto uno stretto collaboratore di al Sadr, Sayed al-Jazaeri.

http://www.ilmanifesto.it/oggi/art25.html


:: Articolo n. 5263 postato il 02-sep-2004 13:24 ECT

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