www.resistenze.org - popoli resistenti - iraq - 21-11-04
da www.ptb.be - Parti du Travail de Belgique - PTB
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L' 80% dei belgi erano contro la guerra in Iraq. Ma oggi, la situazione sembra più confusa. Risposte alle quattro domande più frequenti in queste ultime settimane.
17 novembre 2004
Perché gli iracheni si uccidono tra loro?
"Gli iracheni uccidono altri iracheni", riportano i grandi media, focalizzando l'attenzione sugli attentati con autobombe. Quale è la realtà?
Il giornale scientifico The Lancet ha stabilito che almeno 100.000 persone sono morte in seguito dell'aggressione americana. L'84% di queste morti sono direttamente imputabili all'azione delle truppe americane e britanniche. Il 95% delle vittime sono dovute agli attacchi aerei e dell'artiglieria che hanno ucciso donne e bambini (1). Conclusione: la stragrande maggioranza delle morti in Iraq è dovuta all'occupante straniero.
In seguito, la resistenza attacca, con circa 90 attacchi al giorno, le truppe americane così come i soldati del nuovo esercito che sono considerati collaboratori. In più, l'esercito USA ha installato un governo composto su base etnica e religiosa che semina la divisione nel paese. I partiti governativi si fanno la concorrenza per essere meglio protetti dagli americani.
Infine, l'esercito americano ha messo in piedi un programma simile all'operazione Phnix in Vietnam: operazioni speciali destinate a screditare la resistenza (2). Come sospettano numerosi iracheni, sono questi agenti speciali che starebbero dietro gli attentati indiscriminati contro chiese e moschee. Già durante la guerra del Vietnam, gli agenti americani organizzarono attentati contro le chiese per provocare dei conflitti tra buddisti e cattolici vietnamiti.
Zarquawi ed Al-Qaïda sono responsabili degli attacchi della resistenza?
Alla televisione ci servono sempre la stessa minestra: Abu Musab al-Zarquawi, presunto luogotenente di Osama Ben Laden, sarebbe responsabile di tutto ciò che accade in Iraq. E così Fallujah è bombardata costantemente da sette mesi, tutto per eliminare questo terrorista.
Sami Ramadani, professore alla London Metropolitan University, risponde a questa nuova arma di menzogna diffusa, utilizzata dall'occupante americano: "Le forze di occupazione hanno ammesso che il numero di attacchi della resistenza durante l'ultimo mese è di circa 2.700 (90 al giorno). E quanti di questi sono stati rivendicati da Zarquawi ? Sei - 6 -. Sei enormi titoli nei telegiornali che dominano tutto. Nello stesso modo in cui prima della guerra l'opinione pubblica considerava i 25 milioni di iracheni come portatori della minaccia di armi di distruzione di massa, oggi considera la resistenza semplice malvivenza". (3)
Una lotta della democrazia contro i fondamentalisti?
La guerra in Iraq è una guerra di democratici contro pericolosi integralisti musulmani?
Da un lato, la resistenza: comprende dei "nazionalisti iracheni, dei gruppi religiosi, il vecchio Partito Baath ed i membri della Guardia repubblicana che è coordinata dal vecchio numero 2 del regime Izzat Ibrahim al-Douri. "(4)
Dall'altro, il governo iracheno che comprende,: il partito religioso sciita Dawa, il Consiglio supremo della rivoluzione islamica (religioso sciita) il partito islamico dell'Iraq (sunnita che ha lasciato il governo) la Coalizione nazionale irachena del Primo ministro Allawi, le organizzazioni curde.
Dai due lati ci sono laici e sostenitori di un Stato islamico ma i "buoni musulmani" per gli americani sono quelli che collaborano con loro, i "cattivi", "fondamentalisti anti-democratici" fanno parte della resistenza. Come ci sono i "buoni" ex-baatisti "democratici" ed i "cattivi" baatisti.
I "buoni", come l'attuale Primo ministro Allawi, colpevole di terrorismo(5), sono quelli che hanno lasciato il partito Baath negli anni 70 e 80, perché ritenevano il regime troppo anti-occidentale, non abbastanza per il mercato libero ed intransigente sulla questione israeliana. I "cattivi" sono quelli che compongono la resistenza sulla base di un programma nazionalista che vuole garantire che le ricchezze dell'Iraq restano agli iracheni.
Bush più forte che mai in Iraq?
Nulla è meno sicuro. Contrariamente a ciò che il potere di fuoco dispiegato a Fallujah potrebbe lasciare credere, la situazione non è delle migliori per l'esercito USA(6).
- la media dei morti e feriti americani è di 747 al mese dalla fine di giugno, contro 415 dei primi 15 mesi dell'occupazione
- il numero di resistenti armati è passato, secondo il generale-maggiore britannico Andrew Graham, da 5.000 del novembre 2003 a 40-50.000 di settembre 2004.
Richard Haas, presidente del Council of Foreign Relations, afferma che l'amministrazione Bush ha maggiori difficoltà a muoversi rispetto all'epoca del primo mandato. A causa del debito estero crescente così come della dipendenza energetica crescente, dell'aumento dell'anti-americanismo e soprattutto per la guerra in Iraq. "La guerra in Iraq ha diminuito la possibilità di altre scelte. È la realtà obiettiva. Negli ultimi 18 mesi, la politica estera americana si è già dovuta contenere".(7)
Così il margine di manovra degli Stati Uniti per impedire la formazione di nuove alleanze anti-americane è ancora più limitata. Ad esempio la Cina ha appena firmato il contratto del secolo con l'Iran: un contratto di 70 miliardi di dollari, 53 miliardi di euro, per assicurare l'esportazione di gas e di petrolio verso la Cina (8). Impensabile solo qualche anno fa.
Le contraddizioni con alcuni grandi paesi europei restano molto importanti. Così, la Francia ha annunciato che sosterrebbe una conferenza sull'Iraq purché la resistenza vi possa partecipare a fianco dei partiti presenti nell'attuale governo (9). Questo proposta è stato rifiutata dagli americani. Il 5 novembre, Chirac ha lasciato il vertice europeo nel momento in cui il Primo ministro iracheno Allawi era presente.
Note
1) Roberts L., Lafta R., Garfield R., Khudhairi J. y Burham G., "Mortality before and after the 2003 Invasión of Iraq: Cluster Sample Survey", The Lancet, 29 ottobre 2004, http://image.thelancet.com/extras/04art10342web.pdf
2) "Phoenix Rising", Robert Dreyfus, The American prospect, 1 gennaio 2004
3) "The true face of The resistance", The Guardian, 30 settembre 2004
4) "Fanning The flames of resistance ", Syed Saleem Shahzad, Asia Time, 9 novembre 2004
5) Su richiesta della CIA, Allawi ha organizzato degli attentati negli anni 90 per destabilizzare il regime iracheno
6) "The costs of The failed Iraqi transition", Asia Time, 2 ottobre 2004
7) "Powell invites European allies to span gap on Iraq", Guy Dinmore, 9 novembre, Financial Time
8) "Canzonarono, Iran sign biggest oil&gas deal", Xinhua, 30 ottobre 2004
9) "Inchiesta e servizi sulla guerra in Iraq", Le Monde, 23 ottobre 2004.
traduzione dal francese a cura del Ccdp
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