The Nation, numero del 13 dicembre 2004
Mentre i media nordamericani si sono concentrati sul trionfo militare dei marines Usa a Falluja, è stata data scarsa attenzione a resoconti secondo i quali le forze armate Usa hanno ucciso un sacco di pazienti in un attacco contro un centro sanitario di Falluja e hanno privato civili di assistenza medica, cibo, e acqua.
Benché le forze armate Usa abbiano liquidato descrizioni del bombardamento di centri sanitari come prive di conferma, in effetti esse sono credibili e vengono da fonti multiple.
Il dr. Sami al Jumaili ha descritto come aerei da guerra Usa hanno bombardato alle 5.30 del mattino del 9 novembre il Centro Sanitario Centrale in cui egli stava lavorando. L’ambulatorio aveva curato molti degli ammalati e dei feriti della città dopo che le forze Usa si erano impadronite dell’ospedale principale all’inizio dell’invasione. Secondo il dr. al Jumaili, aerei da guerra Usa avevano buttato tre bombe sull’ambulatorio, dove stavano venendo curati circa 60 pazienti – molti dei quali con gravi ferite causate dagli attacchi e dai bombardamenti aerei Usa.
Il dr. al Jumaili riferisce che nell’attacco aereo sono stati uccisi 35 pazienti, comprese due bambine e tre bambini di età inferiore ai 10 anni. Inoltre, ha detto, sono stati uccisi 15 medici, 4 infermieri e 5 paramedici, fra i quali i paramedici Sami Omar e Omar Mahmoud, gli infermieri Ali Amini e Omar Ahmed, e i medici Muhammad Abbas, Hamid Rabia, Saluan al Qubaisi e Mustafa Sheriff.
Anche se non si sono potute avere conferme indipendenti delle morti di questi singoli operatori sanitari, al racconto del dr. al Jumaili fa eco quello di Fadhil Badrani, un giornalista iracheno che lavora per la Reuters e la BBC. Raggiunto per telefono a Falluja, Badrani ha valutato che nel bombardamento sono stati uccisi 40 pazienti e 15 operatori sanitari.
Il dr. Eiman al Ani, del Falluja General Hospital, che ha detto di aver raggiunto il luogo poco dopo l’attacco, ha detto che l’intero centro sanitario era crollato sui pazienti.
Era ben noto che la struttura di Falluja era un centro sanitario che operava come un piccolo ospedale, una istituzione protetta in base al diritto internazionale. Secondo James Ross, di Human Rights Watch, "spetterebbe al governo Usa l’onere di dimostrare che l’ospedale veniva utilizzato per scopi militari e che la risposta è stata proporzionata. Anche se ci fossero stati dei cecchini, distruggere un ospedale non sarebbe mai giustificato".
I raid aerei Usa hanno anche raso al suolo un magazzino in cui erano conservate forniture mediche nei pressi del centro sanitario, riferisce il dr. al Jumaili. Le ambulanze della città – dice - erano state confiscate dal governo, e l’unico veicolo rimasto era stato centrato dal fuoco Usa, uccidendo l’autista e ferendo un paramedico. Hamid Salaman, del Falluja General Hospital, ha detto all’Associated Press che 5 pazienti nell’ambulanza sono stati uccisi.
Forze militari Usa e irachene alleate hanno assaltato il Falluja General Hospital, che si trova sul limite della città, all’inizio dell’assalto, sostenendo che era sotto il controllo dei ribelli ed era un centro di propaganda sulle vittime civili durante l’attacco alla città dell’aprile scorso.
I soldati non hanno incontrato resistenza. Il dr. Rafe Chiad, direttore dell’ospedale, raggiunto al telefono, ha dichiarato con decisione che esso è una istituzione neutrale, che fornisce assistenza umanitaria.
Secondo il dr. Chiad, le forze armate Usa hanno impedito ai medici dell’ospedale, compreso un team di chirurghi, anestesisti, internisti e medici generici, di entrare a Falluja. Le autorità Usa hanno rifiutato tutte le richieste di inviare medici, ambulanze, attrezzature e forniture mediche dall’ospedale in città per occuparsi dei feriti, ha detto. Ora l’unica struttura sanitaria della città è un piccolo ambulatorio dell’esercito iracheno, che è inaccessibile alla maggior parte della popolazione rimasta in città a causa della sua distanza da molti quartieri e dei pericoli posti dai cecchini Usa e dal fuoco incrociato.
"Falluja sta morendo", ha detto il dr. al Ani. "Vogliamo salvare chiunque possiamo".
Jim Welsh, coordinatore per la salute e i diritti umani di Amnesty International a Londra, fa osservare che, in base alle Convenzioni di Ginevra, "il personale medico non può essere costretto ad astenersi dal fornire assistenza sanitaria che esso consideri essere una sua responsabilità etica".
Secondo il dr. Chiad, il Falluja General Hospital, che ha 173 posti letto, rimane vuoto.
La Mezzaluna Rossa irachena ha definito le condizioni sanitarie a Falluja e nei dintorni "catastrofiche". Un membro del personale dell’ospedale che ha lasciato di recente la città riferisce che ci sono state gravi epidemie di infezioni di diarrea fra la popolazione, con i vecchi e i bambini che muoiono ogni giorno in maggior numero di malattie infettive, fame e disidratazione.
Il dr. al Jumaili, il dr. al Ani e il giornalista Badrani hanno affermato tutti che i feriti e i bambini stanno morendo per mancanza di cure mediche e di acqua.
In un caso, secondo il dr. al Jumaili, tre bambini sono morti di disidratazione quando il padre non è stato in grado di trovare acqua per loro. Le forze Usa hanno tagliato la fornitura idrica della città prima di lanciare il loro assalto.
"La gente sta morendo perché è ferita, non ha niente da mangiare o da bere, quasi nessuna assistenza sanitaria", ha detto il dr. al Ani. "Le razioni scarse di cibo e acqua distribuite dai soldati Usa non possono provvedere alla popolazione".
Per le migliaia che vivono in campi di fortuna fuori dalla città, secondo Firdus al Ubadi della Mezzaluna Rossa, l’igiene e le condizioni sanitarie sono precarie come a Falluja. Non ci sono soluzioni reidratanti per uso orale o sali per coloro che sono disidratati, dice.
Questi rapporti esigono una risposta internazionale immediata, una fine degli assalti alla popolazione civile di Falluja e il passaggio libero di assistenza medica, cibo e acqua.
Louise Arbour, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha promesso di indagare "le violazioni delle regole di guerra create per proteggere i civili e i combattenti" a Falluja, e di assicurare alla giustizia coloro che le hanno commesse.
L’Association of Humanitarian Lawyers, con sede a San Francisco, ha rivolto una petizione alla Commissione inter-americana sui diritti umani dell’Organizzazione degli Stati Americani affinché indaghi sulle morti.
Il bombardamento di pazienti ricoverati in ospedale, l’affamamento e la disidratazione forzati, il negare farmaci e servizi sanitari agli ammalati e ai feriti devono essere riconosciuti per quello che sono: crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
(traduzione di Ornella Sangiovanni)
testo originale: http://www.thenation.com/doc.mhtml?i=20041213&s=schuman
http://www.uruknet.info/?p=7597
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