Secondo i Marine, i quindici, fra i quali donne e bambini, furono uccisi dall'esplosione di una mina piazzata dai ribelli, mentre secondo testimonianze raccolte dal settimanale essi vennero assassinati a sangue freddo per vendetta nelle loro case.

Nell'articolo, intitolato One Morning in Haditha, e disponibile sull'edizione online del periodico, ci si chiede se la morte dei 15 civili, avvenuta subito dopo che un mezzo militare era stato investito dall'esplosione di un ordigno che uccise un soldato americano, sia stata "legittima difesa, un incidente oppure vendetta a sangue freddo".

Il rapporto ufficiale sull'episodio, stilato il giorno dopo dagli stessi Marine - scrive TIME -, parlava di un'esplosione che uccise 15 civili e il caporale Miguel Terrazas, dopo di che "uomini armati attaccarono il convoglio con armi da fuoco leggere". Secondo il rapporto ufficiale, ne seguì una sparatoria nella quale rimasero uccisi otto ribelli.

"Ma i particolari di quanto accaduto quella mattina a Haditha" - scrive TIME - "sono più inquietanti, controversi e orribili di quanto i militari abbiano scritto inizialmente nel loro rapporto.

Secondo testimoni oculari e funzionari locali intervistati nelle ultime 10 settimane, i civili morti a Haditha non furono uccisi da un ordigno collocato sul ciglio della strada, ma dagli stessi Marine, che dopo l'attacco compirono un'incursione violenta nel villaggio, uccidendo 15 iracheni disarmati nelle loro case, fra i quali sette donne e tre bambini".

Secondo alcune organizzazioni per i diritti umani sentite dal settimanale americano, se le accuse si rivelassero vere, "si tratterebbe del peggior caso di uccisione deliberata di civili in Iraq da parte dei militari Usa dall'inizio della guerra".

​ ​​​​L'inchiesta, sottolinea la rivista, è stata avviata a gennaio dopo la denuncia presentata da TIME sulla base delle testimonianze raccolte sul posto.

Fonte: Agence France Presse

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